Massimo Mazzini come vicepresidente del consiglio comunale, Pierluigi Piccini per Per Siena, Claudio Cerretani per In Campo, Alessandro Masi per il Pd, Pietro Staderini per Sena Civitas.
Dovrebbero essere questi, salvo cambiamenti delle ultime ore, i cinque nomi che comporranno la lista della delegazione dei gruppi di opposizione del consiglio comunale che, nella tarda mattinata di venerdì 14 gennaio, incontrerà il Prefetto di Siena Maria Forte. La richiesta di un tavolo con la massima autorità del nostro territorio venne specificata in un comunicato qualche giorno fa. L’antefatto è noto a tutti: nello scorso consesso del 30 dicembre 2021 l’opposizione abbandonò l’aula ‘virtuale’ (la seduta si stava tenendo online ndr.) durante la fase di discussione sul futuro del Palazzetto della Mens Sana.
Il gesto suscitò subito clamore e venne fatto “per motivi di rispetto istituzionale, della dignità dei consiglieri, in quanto dobbiamo essere messi nelle condizioni di esercitare i doveri che ci derivano da essere stati eletti direttamente dai cittadini come loro rappresentanti”, avevano scritto i consiglieri in una nota (per leggere il documento potete cliccare qui). Ed ancora: “Si è passato ogni limite nel vedere banalizzata ogni nostra richiesta di rispetto istituzionale”, così rincaravano la dose.
I rappresentanti si erano poi rivolti direttamente al Prefetto di Siena Maria Forte: “le chiederemo di ascoltarci e di comprendere come il nostro disagio, portato avanti sin qui, possa essere superato d’ora in avanti con un maggiore rispetto del nostro servizio. La nostra Città, soprattutto in questa emergenza, ha bisogno che ogni sua rappresentanza faccia la propria parte, e che quindi il Consiglio comunale torni ad essere protagonista consapevole delle decisioni che assume e che abbia la serenità di poter approfondire, discutere, consigliare, avvertire e determinarsi per il bene di Siena”.
La discussione dovrebbe essere incentrata su questo argomento ma è viva la possibilità che si affrontino anche altri temi ‘ caldi’ che coinvolgono Siena come la querelle sui fondi del Pnrr o il futuro del Santa Maria della Scala