Maxi frode scoperta dalla polizia: la Squadra Mobile della Questura di Reggio Emilia e di Siena, nella giornata di ieri 29 ottobre, ha eseguito un sequestro di numerosi beni, mobili ed immobili, riconducibili ad un noto imprenditore reggiano operante nel settore agroalimentare ed energetico.
L’operazione trae origine, anche, dagli approfondimenti investigativi di un anonimo pervenuto in Questura di Reggio Emilia che segnalava una possibile attività di sfruttamento della prostituzione in un appartamento.
Dalle indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Reggio Emilia, si ricostruiva, pazientemente, una rete di identità fittizie (create attraverso documenti identificativi ideologicamente falsi) riconducibili, tutte, a due persone: un insospettabile imprenditore reggiano ed una donna locataria di un appartamento a lui intestato. L’analisi dei conti correnti e società, accese a nome delle identità inesistenti, facevano emergere un complesso meccanismo fraudolento mediante il quale società fantasma, esistenti solo sulla carta, ottenevano l’erogazione di oltre 135.000 euro di contributi per l’agricoltura dalle Regioni Emilia Romagna e Toscana. Con il medesimo meccanismo era già stata ottenuta l’erogazione di ulteriori 200.000 euro.
Il versante Toscano veniva seguito dalla Squadra Mobile della Questura di Siena, che ha accertato che una delle aziende coinvolte aveva dei terreni ad Abbadia San Salvatore e che aveva percepito, indebitamente, oltre 150.000 euro di contributi non dovuti dalla regione Toscana.