Tante città italiane non sono pronte per ripartire nella cosiddetta fase due, mancano tecnologie e strutture che garantiscano la convivenza con il covid-19. Questo discorso, per la società di consulenza Ernst e Young non si può applicare su Siena, che godrà invece di una ripartenza facile e sarà capace di controllare eventuali contagi di ritorno. Ernst e Young, studiando la diffusione del contagio, ha classificato le città italiane secondo quattro diversi gruppi. Quelle per cui è possibile una ripartenza facile, quelle che richiederanno una ripartenza lenta, e quelle per le quali sarà indispensabile una ripartenza rispettivamente frenata e critica. Insieme a Siena, seconda città in Italia col punteggio più alto, ci sono città del centro-sud della penisola come Bari, Cagliari, Cosenza, Lecce, Livorno, Perugia, Pisa, Pordenone, Potenza, Sassari. Roma e Napoli sono città la cui ripartenza dovrà essere più cauta. La ripartenza di Firenze, Genova, Milano sarà frenata dall’alto contagio da coronavirus. I rischi maggiori, evidenzia lo studio di EY, sono per le città come Alessandria, Cremona, Lecco, Lodi e Verbania. Qui, accanto a situazioni di contagio molto elevate, si registrano livelli di resilienza molto bassi