Nell’ultimo anno sono aumentati del 20% i pazienti presi in carico dal Centro di Immunoncologia del policlinico Santa Maria alle Scotte. A dirlo è il direttore della struttura Michele Maio, durante la conferenza stampa di presentazione dei risultati degli studi della Fondazione Nibit contro i tumori.
Il lavoro del Centro nonostante la pandemia
“Non ci siamo mai fermati durante la pandemia e non si sono fermate le nostre sperimentazioni – spiega Maio -. Tutti abbiamo fatto dei sacrifici all’interno del Centro. Per esempio abbiamo aumentato l’orario del day hospital di qualche ora per permettere un maggiore distanziamento dei pazienti”.
Il professor Maio ha comunque osservato che l’emergenza sanitaria da covid ha creato dei problemi : “Siamo in ritardo sulle prime diagnosi- avverte-. Nei nostri reparti arrivano persone con neoplasie molto avanzate, perché hanno ritardato le cure o ignorato sintomi sospetti, evitando di andare in ospedale.”. Insieme a Maio ha parlato anche Anna Maria Di Giacomo, coordinatore del programma sperimentazioni cliniche di fase I e II del CIO: “Abbiamo avvertito la paura dei pazienti ad andare nei presidi ospedalieri, ma con l’arrivo dei tamponi questa situazione si è placata – spiega-. Purtroppo a livello nazionale registriamo dei ritardi nelle diagnosi oncologiche: c’è un report che parla di un 15% , ma è un dato di qualche mese fa e potrebbe essere in aumento”.
Gli studi di Fondazione Nibit
La Fondazione presieduta da Maio ha presentato, dicevamo, tre nuovi studi alla stampa. “Nel Centro di Siena sono 300 i pazienti, il 25% in più rispetto al 2019, coinvolti in oltre 50 studi clinici attivi”, ha ricordato il professore.
Queste le tre nuove sperimentazioni: Nibit – M2 ha evidenziato che il 41% dei pazienti con melanoma e metastasi cerebrali è vivo a 5 anni, grazie alla combinazione di due molecole immunoterapiche, nivolumab e ipilimumab; Nibit- Meso1 ha dimostrato il valore del ritrattamento con l’immunoterapia, in un tumore come il mesotelioma, e la possibilità di utilizzare il carico mutazionale del tumore per prevedere la risposta a questo approccio di cura; Nibit-Ml1 vuole indicare una nuova via per vincere la resistenza all’immuno-oncologia nel tumore del polmone e nel melanoma. Per quest’ ultimo studio, che è partito nello scorso ottobre, saranno coinvolti 20 centri italiani. ” I pazienti non hanno risposto a un precedente trattamento immunoterapico, vogliamo capire come superare i meccanismi di resistenza – prosegue Maio- . Useremo i farmcai nivolumab e ipilimumab con una molecola ipometilante in pazienti che hanno fallito una precedente terapia con anticorpi diretti”. Maio ha ricordato che “nel Centro di Siena sono 300 i pazienti, il 25% in più rispetto al 2019, coinvolti in oltre 50 studi clinici attivi”.