Covid, Frediani: “Il vaccino è determinante per tornare alla normalità, l’infezione attacca i più fragili”

“Il vaccino regge bene e si sta dimostrando determinante per tornare alla normalità. L’anno scorso alle Scotte la situazione era totalmente differente”. Bruno Frediani, direttore del Dipartimento di Scienze mediche delle Scotte e responsabile area media intensità covid,  traccia il bilancio della situazione coronavirus al policlinico di Siena. “In area covid le persone fragili sono maggiormente esposte all’infezione, ma abbiamo visto che chi si è fatto il vaccino affronta meglio la malattia di chi invece non si è vaccinato”, afferma.

Professore, qual è la situazione alle Scotte?

“Al momento ci sono tre pazienti intubati che avevano patologie pregresse, gli altri 11 degenti si trovano in media intensità e in degenza ordinaria: 4 sono non vaccinati e 7 invece sì, uno con una sola dose. L’idea di fondo è che comunque le forme più gravi di infezione aggrediscono chi non si è fatto somministrare le due dosi”.

Variante Delta e quarta ondata, quanto hanno pesato nell’area covid del Policlinico? C’è stato l’effetto vaccino?

“Il bilancio è stato positivo. In estate, a luglio, c’era stata una prima riduzione del numero dei degenti poi un successivo incremento. Non siamo mai andati oltre i 30 pazienti ospitati e non c’è mai stata una vera e propria ondata. Il vaccino ha retto bene anche alle riaperture di luglio e agosto e al ritorno a scuola: in ospedale abbiamo assistito a piccoli cluster ma non a un contagio diffuso, come è stato a ottobre di 12 mesi fa”.

Sono stati registrati i primi casi di influenza stagionale, che circola insieme al coronavirus. Questa può essere un’insidia? Come si riconoscono i sintomi dei due virus?

“Sarà fondamentale fare la vaccinazione anti-influenzale anche perché chi si ammala con l’influenza può diventare fragile e quindi rischia di essere suscettibile all’infezione da coronavirus. Tra i due sintomi non c’è grande differenza e non si possono distinguere. Per questo motivo occorre stare attenti e continuare a fare tamponi, sennò rischiamo di perdere tempo e confondere le due malattie”.

Domani a Siena si terrà un convegno sul Long Covid, su questo argomento quale è la situazione in ospedale?

“Il Long covid è ormai un dato di fatto. Ci sono pazienti che sono seguiti bene e che hanno dimostrato di avere scompensi a livello diabetologico e cardiologico, hanno avuto quindi subito il ritorno di alcuni problemi che sono stati acuiti dall’infezione. C’è anche chi invece prima del Covid non aveva nulla ma ha avuto invece complicanze successive:  questi sono residui della malattia che adesso gestiamo meglio anche se, purtroppo, alcuni pazienti non guariscono mai completamente”.

MC