Un progetto che mira a valutare l’impatto delle varianti da covid sull’efficacia di vaccini e delle misure di contenimento ed anche dell’ affidabilità dei test diagnostici. Questi gli obiettivi che si pone l’inizitiva EuCare che è stata finanziata dalla Commissione europea con 10 milioni di euro nell’ambito del programma Horizon Europe.
Protagonista del progetto è l’università di Siena che partecipa insieme ad altre realtà italiane( come l’Istituto Spallanzani e l’Istituto di Oncologia), a 18 partner di tutto il continente e della collaborazione di vari enti in paesi extraeuropei (Messico, Kenya, Vietnam, Russia). Il nostro ateneo darà il suo contributo con il Dipartimento di biotecnologie mediche, in particolare con il professor Maurizio Zazzi e i ricercatori Francesco Saladini e Ilaria Vicenti, e come partner e cofondatore del Network EuResist, coordinatore del progetto.
“Per raggiungere gli scopi prefissati sono previste diverse coorti cliniche per seguire in modo prospettico l’andamento clinico delle infezioni, le complicanze a lungo termine, le reinfezioni nei vaccinati, la diffusione dei nuovi casi nella comunità scolastica, il tutto in relazione alle varianti virali finora note e a quelle future-spiegano dall’Università-. Le competenze messe in campo in questo lavoro includono non solo la parte clinica, virologica e immunologica ma anche esperti di intelligenza artificiale in grado di derivare modelli predittivi dell’andamento della pandemia sulla base della grande mole di dati che il progetto andrà a realizzare nel corso dei tre anni di attività”.
“Grazie alla vaccinazione estesa – spiega Francesca Incardona, Ceo di EuResist Network e coordinatore del progetto – in Italia e in Europa l’epidemia di Covid è al momento sotto controllo ma lo scenario è ancora insidioso, soprattutto la possibile ulteriore evoluzione del virus verso forme più difficili da combattere, in particolare nelle aree a minor tasso di vaccinazione. Siamo molto onorati dell’incarico e della responsabilità che la Commissione Europea ha affidato a questo consorzio e al suo programma di ricerca. L’intera società ha sofferto molto la pandemia. L’impatto sulle scuole è stato forse sottovalutato – prosegue Incardona – per questo il nostro progetto coinvolgerà oltre 25mila studenti di scuole che operano in vari contesti socio-economici e si avvarrà anche della collaborazione con l’ente europeo di coordinamento delle unioni studentesche”.
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