Toscana

Covid, medici senesi in pensione in prima linea per somministrare i vaccini: “Ecco perché diamo una mano”

Medici pensionati pronti a indossare nuovamente il camice bianco per dare una mano nella campagna vaccinale diffusa e fornire un un servizio alla collettività in un momento di bisogno contro la pandemia.

In tanti hanno risposto al bando pubblicato dalla Asl sud est. “Ho già partecipato alla campagna di screening Territori sicuri – spiega Emanuela Quartesan –, ho esercitato come pediatra fino allo scorso ottobre e offrirmi per dare una mano mi è sembrato pienamente in linea con la professione che ho svolto per tanti anni. La spinta che ho avuto adesso è stata la stessa che mi portò a iscrivermi a medicina”.

La dottoressa Maria Rossi, in pensione da sei anni, ha sempre lavorato in Umbria ma risiede in provincia di Siena: “Ho colto questa occasione per impegnarmi nella mia regione. Avendo sempre considerato fondamentale la sanità pubblica del territorio, quale occasione migliore di questa per dare una mano? Tutto questo, più che del mio lavoro, fa parte della mia vita, quindi eccomi pronta ad aiutare”.

Fulvio Bruni, già direttore del Pronto soccorso del policlinico di Santa Maria alle Scotte, ricorda “l’impegno sempre avuto nel mondo dell’emergenza-urgenza, quella di adesso è un altro tipo di emergenza ma ho sentito come un obbligo morale dare la disponibilità per fare la mia piccola parte. È la missione di una vita, da questa non si va mai in pensione”. Francesco Nencini, odontoiatra, spiega: “È stata una scelta naturale: adesso che sono in pensione ho un po’ di tempo libero e poiché sono convinto che si uscirà da questa situazione solo vaccinandoci, ecco che mi sono offerto per portare il mio piccolo contributo”.

Il cardiologo Guido Sani parla della “risposta a una chiamata a cui era impossibile sottrarsi, essere a disposizione degli altri è in linea con quello che abbiamo sempre fatto, per questo spero di poter dare il mio contributo”. E il radiologo Piero Nardi aggiunge: “Da pensionato mi sento un privilegiato rispetto a chi sta vivendo una fase tanto difficile, peraltro essendo già vaccinato mi sento in qualche modo in debito e questo può essere un modo valido per dare una mano”.

 

marco crimi

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