La curva epidemiologica risale in Italia, in Toscana e a Siena così come risale anche il tasso dei positivi. E ‘il primo risultato dell’approdo in Italia della variante Delta del coronavirus. La mutazione è il ceppo più diffuso in Europa e si appresta a diventare dominante anche da noi.
Cio che sta accadendo è “assolutamente normale: adesso c’è l’ex-indiana, ma in futuro ci sarà un’altra variante”, questo il commento di Emanuele Montomoli, cso di Vismederi e docente ordinario del dipartimento di medicina molecolare dell’Università di Siena che parla poi anche dell’evoluzione della diffusione del contagio “ci sono due fattori da prendere in analisi: tra i nuovi casi ci sono soprattutto giovani, poiché tante persone si sono vaccinate, e questo non incide su mortalità e ospedalizzazioni; gli adulti e gli anziani che prendono il covid, se la variante ‘buca’ il vaccino, contraggono una forma più lieve e mite”.
É stato detto più volte che la variante Delta è più contagiosa ma meno pericolosa, affermazione corretta?
“Lo possiamo affermare ma c’è una questione che non mi trova d’accordo: la minore virulenza secondo me è dovuta al fatto che, tra i casi di contagio di variante Delta, ci sono vaccinati: se la mutazione riesce ad eludere la barriera della vaccinazione il suo effetto sarà comunque meno grave. Solo con il tempo però riusciremo però riusciremo a vedere quali sono gli effetti reali di tutte le mutazioni. Dobbiamo solo aspettare”.
Da un lato ci sono paesi che introducono nuove misure, dall’altro c’è il Regno Unito con la stop alle restrizioni. Quale linea dovremmo seguire?
“La libertà totale è un rischio e potremmo pagarne le conseguenze. Dobbiamo cercare di tornare a vivere come prima ma avere un po’ di occhio: evitiamo assembramenti, luoghi chiusi con tanti persone, cerchiamo di fare i tamponi correttamente quando bisogna spostarsi”.
Gli assembramenti per la vittoria dell’Italia agli Europei di calcio peseranno sui numeri del contagio?
“Spero che non incidano, ma se incideranno sarà con piccoli focali, non sarà drammatico come inizio pandemia e non ci dovrebbero essere disastri. Il numero di chi è in grado di trasmettere il microorganismo è nettamente inferiore ad un anno fa: ad inizio epidemia un contagiato avrebbe potuto infettare tutti i presenti in una piazza con mille persone, adesso bisogna tenere conto che, nella stessa piazza, ci sono vaccinati e ci possono essere persone che sono guarite dal covid e quindi parzialmente protette”.
Il vaccino Vismederi-Università Statale di Milano a che punto è?
“Stiamo continuando a fare prove sugli animali. La prossima settimana avremo risultati su altri 100 topi immunizzati. Non vogliamo fare voli pindarici e ancora non sappiamo quando sarà disponibile perché dobbiamo ancora fare tanti test. Non corriamo per arrivare primi ma per avere un prodotto sostenibile nel tempo anche per i richiami”.
MC
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