“Vaccinarsi è un dovere a tutela della collettività, ma senza discriminazioni sul lavoro”. Fabio Seggiani, segretario della Cgil di Siena, risponde in un lungo intervento chiarendo ulteriormente le posizioni del suo sindacato rispetto.
Per prima cosa il segretario della Cgil pulisce il campo da ogni dubbio: “Rispondiamo a chi ci dice che strizziamo l’occhio ai ‘no vax’ che vaccinarsi contro il covid-19 è prima di tutto un dovere sociale, perché ormai è l’unica strada che permette il contenimento della pandemia e quindi la salvaguardia delle vite e la ripresa economica, con la tenuta occupazionale annessa”, dice Seggiani che poi ricorda: “siamo stati l’unica organizzazione sindacale a sostenere fin da subito la campagna sulla sospensione dei brevetti per la vaccinazione globale” ed inoltre ribadisce che la Cgil si impegna “a sostenere questa battaglia sociale pro vaccino con assemblee straordinarie nei luoghi di lavoro per sensibilizzare chi ad oggi ha avuto paura a vaccinarsi o non si è voluto vaccinare, abbiamo anche chiesto alle associazioni di categoria di concedere 2 ore retribuite aggiuntive a tal fine. Nessuna risposta”.
Sul Green pass però Seggiani fa sapere di non comprendere l’obbligatorietà per le mense aziendali: “i lavoratori e le lavoratrici le frequentano da oltre un anno tutelati dai protocolli anti-covid voluti dal sindacato e resi obbligatori dal governo fin dall’aprile 2020- continua-, quando anche in assenza di Dpi chi oggi ci accusa di difendere i ‘no vax’ faceva capriole per accedere ai codici Ateco per continuare a lavorare nonostante non si sapesse ancora nulla delle conseguenze pandemiche sulla salute di noi tutti-prosegue-. Le mense aziendali sono regolamentate dalla contrattazione sindacale e sono frequentate da tempo da lavoratrici e lavoratori che lavorano fianco a fianco, frequentano gli stessi spogliatoi, i servizi igienici, le macchine da caffè… Non mi sembra che ci siano stati grossi focolai aziendali”.
“Pensiamo piuttosto alla tutela dei lavoratori fragili, che nella gran parte delle aziende non possono svolgere il lavoro da casa e in alcuni casi non si possono nemmeno vaccinare, – aggiunge Seggiani – e alla ripresa dell’anno scolastico che senza nessun intervento sugli spazi nelle aule e nel numero dei mezzi di trasporto messi a disposizione sarà come l’anno scorso. Infine c’è il problema delle lavoratrici e dei lavoratori in quarantena visto il non rifinanziamento del fondo INPS a garanzia della copertura retributiva e contributiva, una vergogna, con richieste già in atto di restituzione dei soldi erogati nel 2021”.
“Il virus continua a circolare e i protocolli anti-covid nei luoghi di lavoro, come il proseguire a rispettare le regole anti contagio, – rimarca il segretario – sono il mezzo determinante per contenere la pandemia, ci piacerebbe che chi accusa la nostra organizzazione sindacale rispondesse sul perché la gran parte delle aziende non ha voluto costituire i comitati aziendali anti-Covid, coinvolgendo quindi i lavoratori e soprattutto gli Rls, cosa che stiamo chiedendo da un anno, insieme alla obbligatorietà di un rappresentante per la sicurezza in ogni azienda, o interno o territoriale. Anche qui silenzio assordante. Tra l’altro i servizi ispettivi, pur con difetti evidenti di organico e coordinamento, rilevano percentuali enormi di irregolarità, sia per sicurezza che per lavoro nero”.
“Infine chiediamo al governo di legiferare sull’obbligo vaccinale nel rispetto dell’articolo 32 della Costituzione, – conclude Fabio Seggiani – senza scaricare sulle parti sociali responsabilità che sono proprie creando divisioni tra i lavoratori e potenziali discriminazioni. Ma lo diciamo con chiarezza alle lavoratrici e ai lavoratori: vaccinarsi contro il covid è un dovere per la tutela della collettività. Per questo chiediamo a tutti di agire con senso civico. In questo senso richiamiamo alla medesima responsabilità le nostre controparti pubbliche e private: i luoghi di lavoro devono essere sicuri, sempre”.
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