I pazienti maschi positivi al covid che sono over 50 o una riduzione del testosterone a causa di un’anomalia genetica hanno un rischio trombotico elevato.
La conferma arriva dalle Scotte, in uno studio, coordinato dalla Genetica medica diretta dalla professoressa Alessandra Renieri, pubblicato sulla prestigiosa rivista internazionale Journal of hematology and oncology. Nell’articolo si legge che, tra chi ha contratto il Sars-cov2, il rischio trombotico è maggiore, specie se si tratta di anziani o soggetti con minor effetto del testosterone e che hanno un difetto in una proteina, gene Selectina P, che innesca il trombo in maniera più vivace.
“La ricerca è stata realizzata grazie al Consorzio Gen-covid, grazie ad un finanziamento della Regione Toscana, ed ha visto la partecipazione delle aziende del Sistema sanitario regionale e di altri 40 ospedali in Italia. Fondamentale anche la collaborazione del professor Andrea Isidori, dell’Università La Sapienza di Roma, del dottor Giuseppe Marotta, direttore Dipartimento innovazione, sperimentazione e ricerca clinica e traslazionale dell’Aou Senese, e del ricercatore Simone Furini del Dipartimento biotecnologie mediche dell’università di Siena”, dicono dall’ospedale.
“Il tromboembolismo è una causa frequente di gravità e mortalità nel Covid-19 – spiega la professoressa Alessandra Renieri -. Tuttavia, l’eziologia di questo fenomeno non è ancora ben compresa. Insieme agli altri centri di ricerca abbiamo selezionato un campione di circa 1200 pazienti, positivi al Sars-Cov-2 ma con diverse gravità, e classificati secondo sesso ed età. 100 di questi pazienti sono stati reclutati all’ospedale Santa Maria alle Scotte, gli altri provengono da altri 40 centri italiani. Grazie al sequenziamento degli esomi – prosegue la professoressa Renieri -, è stato individuato un gruppo di circa 500 pazienti maschili, di età superiore ai 50 anni, per cui il rischio trombotico era aumentato, per effetto della regolazione del gene SELP dal testosterone. Un’indicazione, questa – conclude Renieri -, molto importante anche per indicare il percorso terapeutico più idoneo per ogni soggetto».
“I test sui 1200 pazienti analizzati – aggiunge Renieri – sono stati effettuati con analisi dell’esoma tramite il sequenziatore genomico a disposizione dell’Aou Senese e acquisito, a dicembre 2019, grazie al sostegno di Regione Toscana, MIUR, Università di Siena, Aou Senese, Fondazione Monte dei Paschi di Siena, Toscana Life Sciences, Asl Toscana sudest. L’apparecchio, unico in Toscana in ambito sanitario e uno dei pochi in Italia del suo genere – conclude Renieri -, è in grado di processare 200 pazienti per notte ed individuare tutti i marcatori utili per la gravità di Covid”.
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