E’ stato raggiunto un importante accordo sindacale per la tutela dei dipendenti delle cooperative sociali, nella maggior parte donne, che dal 1 agosto lavoreranno al CUP dell’Azienda USL Toscana sud est dopo il cambio di appalto, vinto della rete di imprese del Consorzio Nazionale Servizi (nel senese si tratta della empolese Sintesi e della Solidarietà di Colle di Val d’Elsa).
L’intesa territoriale prevede: la riparametrazione del part time a garanzia delle differenze tra il contratto multiservizi e quello della cooperazione sociale, una possibilità di incremento d’orario per i part time più bassi, un aumento di ore per i part time, aumenti di qualifica, la garanzia dell’anzianità per la maturazione del prossimo scatto, il riconoscimento dell’art 18 (Legge 300), il superminimo non riassorbibile per garantire il RAL, il mantenimento degli attuali scatti di anzianità, l’indennità regionale e provinciale, il superamento della carenza del fondo sanitario, il mantenimento dell’orario e del luogo di lavoro, il riconoscimento degli straordinari nella busta paga mensile (e non nella banca ore), il mantenimento dell’attuale contratto a tempo indeterminato e determinato (anche con il recupero di coloro che avevano il contratto scaduto)”.
“Siamo molto soddisfatti – spiegano FP CGIL, FISASCAT CISL, UILTuCS e FPL UIL di Siena – perché con questa contrattazione abbiamo ottenuto considerevoli miglioramenti contrattuali. Inoltre è stato riconosciuto in qualche modo che il personale occupato in questa attività svolge un servizio indispensabile per i cittadini che va tutelato e qualificato. Ora più che mai, con l’emergenza Covid-19, si è forse compreso quanto sia indispensabile il lavoro di queste persone e quanto ci sia necessità di aumentarlo e valorizzarlo. Tanto è vero che si procederà ad una implementazione dei servizi che svolge il CUP, sia per le attività di front office, sia nei sistemi CUP telefonici, sia presso gli sportelli fisici”.
“Rimane comunque il generale rammarico – aggiungono le organizzazioni sindacali – che la pratica di dare lavori e servizi in appalto nelle strutture pubbliche sia divenuta ormai consolidata, creando situazioni davvero assurde, dove nella stessa struttura ospedaliera, ad esempio, ci sono lavoratori a cui vengono applicati contratti di lavoro diversi con diritti e tutele differenti quindi, persone che magari lavorano insieme tutti i giorni ma che sotto gli aspetti normativi presentano una forte disparità. Cosa che spesso sfugge al cittadino”.
“Nonostante, tramite la pratica degli appalti e dei sub appalti, si sia purtroppo perso interi pezzi di contesto lavorativo pubblico, – concludono i sindacati – noi cerchiamo di tutelare al meglio questi lavoratori di serie B, così come abbiamo fatto anche in questa occasione. Ci auspichiamo che l’esperienza del Covid-19, che ha messo indiscutibilmente in luce l’importanza del sistemo sanitario pubblico, e dei lavoratori nel cui ambito vi operano, a più titolo, faccia riflettere tutti su nuovi modelli organizzativi”.