Lavoro di squadra e collaborazione multidisciplinare per operare e curare a Siena, all’Azienda ospedaliero-universitaria Senese, un bambino ucraino di 5 anni proveniente dall’ospedale di Kiev e giunto in Italia subito dopo lo scoppio della guerra.
È questa la storia del giovane paziente affetto da una stenosi dell’esofago da ingestione di caustici e per tale motivo portatore di gastrostomia percutanea a causa delle difficoltà nell’alimentazione presentate sin dal 2019: il bambino è arrivato nel senese grazie all’opera umanitaria di Croce Rossa e Cooperativa Ospita di Grosseto, ed è stato preso in carico dai professionisti della Chirurgia pediatrica dell’Aou Senese, diretta dal professor Mario Messina.
Il piccolo è stato sottoposto a successive e progressive dilatazioni per via endoscopica della stenosi, eseguita in collaborazione con l’équipe del dottor Raffaele Macchiarelli, direttore della Gastroenterologia ed Endoscopia operativa e con il gruppo di anestesisti pediatrici diretti dal dottor Pasquale D’Onofrio e il fondamentale supporto infermieristico e di tutto il personale di sala operatoria: tutto questo, associato ad un percorso di training masticatorio con ausilio della logopedista, ha permesso una progressiva rialimentazione del paziente che attualmente assume senza difficoltà boli di piccole e medie dimensioni.
“Oggi il paziente si alimenta correttamente e senza problemi per via naturale – racconta il professor Francesco Molinaro, chirurgo della Chirurgia pediatrica dell’Aou Senese che ha seguito il caso -. Un risultato molto importante che è frutto della collaborazione e dello spirito di squadra tra diversi professionisti dell’ospedale. Già dai primi accertamenti, il piccolo paziente è stato sottoposto ad esami diagnostici che evidenziano la presenza di una stenosi cicatriziale al di sotto della cartilagine cricoidea, inizialmente non superabile con lo strumento pediatrico. A seguito di briefing multidisciplinari con i colleghi endoscopisti si è provveduto ad instaurare un programma di dilatazioni esofagee in narcosi a distanza di circa 10-15 giorni con infiltrazioni di cortisone”.
“Tecniche innovative ma delicate – conclude il dottor Macchiarelli – che ci hanno permesso di raggiungere l’obiettivo che ci eravamo prefissati e di permettere a questo piccolo paziente di riacquistare la capacità di alimentarsi per bocca”. Il piccolo paziente continuerà il suo programma di follow up nei prossimi mesi sempre all’Azienda ospedaliero-universitaria Senese.