“I dazi imposti dagli Stati Uniti rappresentano un evento negativo per il nostro settore e si ripercuoteranno in maniera importante sui consumi e quindi sulle economie delle nostre aziende che operano su uno dei settori strategici della Toscana, ma anche del Paese”. È quanto afferma Andrea Rossi, presidente di Avito, Associazione vini toscani Dop e Igp, in rappresentanza dunque di 24 Consorzi di tutela del vino toscano, e del consorzio del Vino nobile di Montepulciano.
“In particolare, l’associazione toscana del vino ribadisce l’importanza di un intervento strutturale da parte del governo e delle istituzioni affinché mettano a disposizione risorse straordinarie per fare fronte a questo nuovo e importante cambiamento. “Chiediamo inoltre una maggiore flessibilità sugli strumenti di promozione, a partire dall’Ocm; quindi, pensare insieme al mondo produttivo a nuove strategie e investimenti in nuovi mercati cercando una integrazione rispetto a quello statunitense”, ancora Rossi che ricorda come questa nuova variabile faccia seguito ad altre intervenute negli scorsi anni.
“Veniamo da cinque anni molto condizionati da eventi di vario genere: prima la Pandemia, poi il picco dei costi energetici, l’aumento incondizionato dei tassi di interesse, la peronospora, tutti eventi non controllabili e non prevedibili da parte dei produttori che hanno cercato comunque di reagire, ma a questo punto è doveroso chiedere alle Istituzioni di sostenere con interventi straordinari un settore così importante, quale quello del vino”, conclude Rossi che nei giorni scorsi aveva firmato una lettera indirizzata ai ministeri italiani di competenza, ai negoziatori europei, alla regione Toscana e ai presidenti di Federdoc e Unione Italiana Vini, per chiedere attenzione e sostegno per le imprese vitivinicole toscane sulla questione dei dazi nuovamente annunciati dal governo Trump. Il mercato Usa per il vino toscano rappresenta il 37% dell’export con un valore medio annuo di oltre 400 milioni di euro.
Nella lettera di Avito venivano indicate anche possibili misure per alleviare il carico dei dazi alle imprese, al fine di favorire lo sviluppo di mercati alternative agli Stati Uniti, come ad esempio accelerare la ratifica di accordo di libero scambio attraverso il Mercosur e di eventuali altri accordi internazionali, oltre anche alla necessità di semplificare l’utilizzo di fondi Ocm ormai appesantiti dal forte peso burocratico richiesto.