Scuola, ambiente, parità di genere, fisco, attenzione verso i nuovi poveri, investimenti sulla sanità e una campagna vaccinale per superare la pandemia. Sono i pilastri del discorsi del presidente del consiglio Mario Draghi nel suo discorso per la fiducia al Senato. Il voto in aula è previsto alle 23.
“La nostra responsabilità nazionale è combattere la pandemia e salvaguardare i nostri cittadini. Il nostro impegno è nel ricordo di chi non c’è più” Esordisce così il nuovo presidente del consiglio che lancia un messaggio a chi sta vivendo un periodo di difficoltà economica dovuta alle chiusure “ci impegnano a fare di tutto per farli tornare nel normalità delle loro attività lavorative”.
“Dobbiamo occuparci di chi perde il lavoro o chiude l’attività”, prosegue il premier che poi ringrazia il suo predecessore Giuseppe Conte “per aver affrontato una situazione di emergenza sanitaria ed economica come mai era accaduto dall’unità d’Italia”. E sul suo Governo dice: “un Esecutivo come quello che ho il diritto di presiedere è semplicemente l’Esecutivo del Paese“. A tutte le forze politiche “è stata chiesta una rinuncia per il bene dei cittadini tutti. Questo è lo spirito repubblicano: un Governo nato da una situazione d’emergenza raccogliendo l’appello del Capo dello Stato”, continua.
Sull’Europa è chiaro il riferimento alle affermazioni dette ieri, martedì 16 febbraio, al senatore Matteo Salvini: “Sostenere questo Governo significa condividere l’irreversibilità della scelta dell’euro e di un’Unione Europea sempre più integrata che approderà ad un bilancio comune per sostenere i Paesi in difficoltà. Senza l’Italia non c’è l’Europa ma senza l’Italia c’è meno Europa. Dobbiamo essere orgogliosi del contributo italiano alla crescita e allo sviluppo dell’Unione europea”.
Nel ricordare i numeri della pandemia e della crisi economica Draghi ha spiegato la sua strategia.
Piano vaccinazione – “Gli scienziati hanno fatto un miracolo. Dobbiamo distribuire il vaccino efficientemente e sfruttando tutte le risorse che abbiamo, dalla Protezione Civile e alle forze di polizia. Dobbiamo usare tutte le strutture disponibili pubbliche e private facendo tesoro di quanto fatto con i tamponi – prosegue-. La velocità nelle vaccinazioni è essenziale e ora può ridurre il sorgere di nuove varianti”. E sul sistema sanitario nazionale: “Bisogna rafforzare la sanità dei territori, dai medici di base fino alle case di comunità”.
Scuola –“La diffusione del Covid ha provocato ferite profonde nelle nostre comunità, non solo sul piano sanitario ed economico, ma anche su quello culturale ed educativo. Occorre rivedere il calendario scolastico annuale e il ritorno a scuola deve avvenire in sicurezza. Dobbiamo investire nel personale docente per allineare l’offerta alla domanda delle nuove generazioni”. Attenzione verso gli istituti tecnici: “E’ stato stimato in circa 3 milioni, nel quinquennio 2019-23, il fabbisogno di diplomati di istituti tecnici nell’area digitale e ambientale”.
Lavoro-. “Uscire dalla pandemia non sarà come riaccendere la luce – sottolinea Draghi – questa osservazione, che gli scienziati non smettono di ripeterci, ha una conseguenza importante. Il governo dovrà proteggere i lavoratori, tutti i lavoratori, ma sarebbe un errore proteggere indifferentemente tutte le attività economiche. Alcune dovranno cambiare, anche radicalmente. E la scelta di quali attività proteggere e quali accompagnare nel cambiamento è il difficile compito che la politica economica dovrà affrontare nei prossimi mesi”. Draghi prosegue. “E’ necessario migliorare gli strumenti esistenti, come l’assegno di riallocazione, rafforzando le politiche di formazione dei lavoratori occupati e disoccupati. Vanno anche rafforzate le dotazioni di personale e digitali dei centri per l’impiego in accordo con le regioni. Questo progetto è già parte del Programma Nazionale di Ripresa e Resilienza ma andrà anticipato da subito”
Fisco – “La risposta della politica economica al cambiamento climatico e alla pandemia dovrà essere una combinazione di politiche strutturali che facilitino l’innovazione, di politiche finanziarie che facilitino l’accesso delle imprese capaci di crescere al capitale e al credito e di politiche monetarie e fiscali espansive che agevolino gli investimenti e creino domanda per le nuove attività sostenibili che sono state create”.
La lotta per la difesa dell’ambiente – “Dopo la pandemia prima o poi la luce ritorna, e tutto ricomincia come prima? La scienza, ma semplicemente il buon senso, suggeriscono che potrebbe non essere così. Il riscaldamento del pianeta ha effetti diretti sulle nostre vite e sulla nostra salute, dall’inquinamento, alla fragilità idrogeologica, all’innalzamento del livello dei mari che potrebbe rendere ampie zone di alcune città litoranee non più abitabili. Occorre infatti lasciare un buon pianeta, non solo una buona moneta. Nel citare Papa Francesco Draghi ha detto inoltre che bisogna “proteggere il futuro dell’ambiente, conciliandolo con il progresso e il benessere sociale”, questo “richiede un approccio nuovo”.
Sulla parità di genere: “La mobilitazione di tutte le energie del Paese nel suo rilancio non può prescindere dal coinvolgimento delle donne. Il divario di genere nei tassi di occupazione in Italia rimane tra i più alti di Europa. Non bastano le quote rosa, ma serve un equilibrio che riduca il gap salariale ed un welfare che permetta alle donne di superare la scelta tra vita e lavoro -prosegue il premier-. Dobbiamo investire economicamente e culturalmente per fare si che le donne si formino negli ambiti dove intendiamo rilanciare il Paese”.
Recovery Fund –“Dobbiamo muoverci sinergicamente su più settori economici e imparare a prevenire invece che curare – afferma-. Le risorse dovranno essere investite puntando a fare crescere il potenziale della nostra economica”. Va completato il lavoro sul programma di ripresa e resilienza: “le missioni del programma resteranno quelle enunciate nel documento di bozza precedente: l’innovazione, la digitalizzazione, la competitività e la cultura; la transizione ecologica; le infrastrutture per la mobilità sostenibile; la formazione e la ricerca; l’equità sociale, di genere, generazionale e territoriale; la salute e la relativa filiera produttiva.”.
La conclusione: “Questo è il terzo governo della legislatura. Non c’è nulla che faccia pensare che possa far bene senza il sostegno convinto di questo Parlamento. E’ un sostegno che non poggia su alchimie politiche ma sullo spirito di sacrificio con cui donne e uomini hanno affrontato l’ultimo anno, sul loro vibrante desiderio di rinascere, di tornare più forti e sull’entusiasmo dei giovani che vogliono un paese capace di realizzare i loro sogni. Oggi, l’unità non è
un’opzione, l’unità è un dovere. Ma è un dovere guidato da ciò che son certo ci unisce tutti: l’amore per l’Italia”.