È morto Silvio Berlusconi. Da Mps alla tenuta La Selva fino al Ruby-Ter: il suo rapporto con il nostro territorio

Silvio Berlusconi è morto oggi all’ospedale San Raffaele di Milano dove era ricoverato da venerdì 9 giugno. Il leader di Forza Italia aveva 86 anni ed era tornato all’ospedale milanese dopo un lungo ricovero – 45 giorni -, che era terminato poche settimane fa, e che fu causato da una polmonite e di una leucemia mielomonocitica cronica.

Se na va dunque un pezzo di storia italiana, nel bene e nel male. Probabilmente l’Italia sarebbe stata diversa senza l’uomo nato a Milano nel 1936

Tante le vicende che legano Silvio Berlusconi al nostro territorio tant0 è che, in una riunione di Forza Italia nel 2020, ricordò di “essere sempre stato innamorato di Mps e di Siena”. Fu proprio la Banca, ricordava Berlusconi, ad essere al suo fianco nell’attività da imprenditore.

Il leader azzurro poi ha cercato più volte di acquisire una villa nel nostro territorio. Nel 2007 ci provò con il castello di Velona, vicino a Montalcino.

Poi nel 2010 l’ex-presidente del consiglio arrivò in provincia di Siena per un blitz che si tradusse nella visita di una tenuta La Selva (immagine di copertina, ndr) tra i comuni Monteroni D’Arbia e Sovicille.

Berlusconi era fortemente interessato ad acquisire una struttura di mille ettari di cui 700 a bosco mediterraneo. Ad accoglierlo, in una mattinata dell’aprile del 2010, c’erano il prefetto di Siena del tempo, Gerarda Maria Pantalone. Tra i membri delle forze dell’ordine erano presenti l’allora colonnello dei carabinieri Antonio Marzo, il comandante della guardia di finanza, colonnello Giovanni Padula, l’ex-questore di Siena Giancarlo Benedetti. Presenti infine l’ex-presidente della Provincia Simone Bezzini e gli ex-sindaci di Monteroni D’Arbia e di Sovicille, Iacopo Armini e Alessandro Masi. Berlusconi raggiunse il podere poco dopo le 12 insieme a quello che era il suo storico avvocato, Niccolò Ghedini.

La storia di Berlusconi con Siena però si lega anche al processo Ruby Ter  nel quale doveva rispondere dell’accusa di corruzione in atti giudiziari. Il quattro volte premier fu assolto a  ottobre del 2021 perché il fatto non sussisteva. La sentenza fu pronunciata dal presidente del collegio Simone Spina dopo una camera di consiglio che durò un’ora.

L’ipotesi di corruzione in atti giudiziari, presunto reato commesso da Silvio Berlusconi verso Danilo Mariani, “non ha trovato validazione e conferma nei dati probatori assunti nel contraddittorio delle parti e legittimamente acquisiti nel corso dell’istruttoria dibattimentale, dovendosi pertanto confermare la presunzione di non colpevolezza di entrambi gli imputati, mediante pronuncia assolutoria”. Questo scrisse  il Tribunale di Siena, nelle motivazioni della sentenza.