Edilizia pubblica, Marzucchi: “Il Comune faccia un accordo con Siena Casa e intervenga per sistemare gli alloggi Erp”

“Il Comune agisce con un intervento urgente: fa un accordo con Siena Casa, si accolla le spese dei lavori e successivamente riscuote gli affitti dei residenti degli alloggi pubblici per recuperare il capitale investito”.

Mauro Marzucchi, consigliere comunale del gruppo Siena Aperta, torna sull’argomento dell’edilizia residenziale pubblica in città e lo fa qualche giorno dopo quanto è accaduto a San Miniato, dove alcuni degli alloggi Erp si sarebbero allagati in seguito al forte temporale dello scorso mercoledì. “E l’intero sistema a non funzionare. Siena Casa non è la responsabile di cio che sta succedendo, ma è una società che ha l’obbligo del pareggio di bilancio: con gli introiti che arrivano per gli affitti deve pagarci il personale ed i costi aziendali, quindi per la manutenzione ordinaria e straordinaria rimangono pochi soldi…”. Per Marzucchi il peccato originale è quello “della legge regionale del 2005 sulle aggregazioni provinciali per gestire il patrimonio abitativo dei comuni. E ‘stato commesso un errore perché si è trasformato un oggetto che aveva natura sociale in un’immobiliare vera e propria”.

Da questa considerazione il consigliere offre una soluzione e tira in ballo il Comune che “ha il dovere di salvaguardare il proprio patrimonio”. Marzucchi sciorina dei numeri e mette in campo alcune ipotesi: “Consideriamo che, dei 1000 appartamenti Erp, 300 abbiano bisogno di manutenzione. Se palazzo pubblico facesse un intervento da 3 milioni di euro e accedesse ad un mutuo ventennale, considerando che la media degli affitti degli alloggi Erp che vengono riscossi è intorno ai cento euro, allora si avrebbe a disposizione 30mila euro al mese per ripagare il debito. La cosa andrebbe studiata ma può stare in piedi”.

Per Marzucchi i risultati sarebbero due: “Sistemeremmo le case a chi ci vive ed inoltre, in un periodo di crisi come questo, faremmo lavorare almeno 30-40 artigiani”. Ancora Marzucchi: “La cosa più urgente è cambiare le caldaie, rifare i tetti, sistemare il bagno degli alloggi. Facciamo vivere le persone in sicurezza e facciamo andare avanti l’abitazione per 10-15 anni senza ulteriori interventi. Se non si fa nulla il degrado è assicurato”.  E l’ipotesi di vendere alcune case? “Può essere una parte della soluzione laddove ci siano degli inquilini che chiedano di comprare l’alloggio”.

MC