Per l’Asp in Campansi “è oggi il momento di progettare un nuovo modo di affrontare la malattia e l’assistenza, per rispondere al concetto di garantire benessere. Con lo spostamento previsto di alcuni servizi (Hospice e ospedale di comunità) in locali siti dentro l’ex ospedale psichiatrico, si libereranno spazi al Campansi che potrebbero diventare luogo di aggregazione tra generazioni”.
Lo ha scritto in una nota il candidato del centrosinistra Anna Ferretti.
L’attuale amministrazione comunale “non ha elaborato nessuna idea, anzi negli ultimi cinque anni ha avuto spesso rapporti di forte frizione con l’Asp. Cosa invece potremmo fare? Una residenza per il post ospedale o un centro di formazione per i molteplici servizi che Asp fa dalle farmacie, alle mense per le scuole, agli anziani-si chiede-? Oppure, seguendo l’esempio di altre Residenze sanitarie assistenziali, creare, insieme al volontariato, un luogo per organizzare laboratori, attività varie in cui coinvolgere gli ospiti della Rsa? Ma potrebbe essere anche un luogo per i giovani, riprendendo la tradizione del Campansi che a fine Ottocento ospitava l’asilo dei Giovanetti abbandonati di Siena”.
“Considerando che lo spazio attualmente occupato dall’ospedale di comunità ha anche un giardino esterno – propone Ferretti -, un accesso indipendente dalle Rsa, molteplici sono le iniziative che vi si potrebbero fare: a Piacenza, per esempio, in una Rsa di 80 persone hanno aperto un asilo nido con 40 bambini, con scambi intergenerazionali importanti per tutti. Credo che lavorando in sinergia con Asp, Sds senese, servizi sociali ed educativi del Comune di Siena, si potrebbe proporre qualcosa di nuovo e costruttivo, come un polo socio educativo ambientale, ricco e stimolante, legato al parco del Campansi e di Villa Rubini per promuovere l’integrazione tra i giovani e gli anziani. Sono tutte progettualità su cui lavorare, vedendo l’evoluzione dei bisogni, ma sempre mettendo in relazione ciò che già abbiamo, ed è molto, con quello che potremmo fare. Quando si parla di innovazione bisogna pensarla non solo nelle tecnologie, ma anche nelle esperienze nuove da costruire tutti insieme mettendo a frutto le ricchezze che la storia ci ha lasciato”.
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