Mensa scolastica, rifiuti e forno crematorio sono i punti all’ordine del giorno del taccuino elettorale della candidata di centrodestra Nicoletta Fabio.
Sul primo punto il presidente del Consorzio Agrario di Siena Eros Tabalzini, fa sapere Fabio in un comunicato, è disponibile “a fornire, ad esempio, la pasta dei coltivatori toscani e passata di pomodoro della Valdichiana, oltre a valutare altri prodotti a Km0”
Sulla mensa “rivedrò i termini dell’affidamento del servizio in modo che sia in grado di garantire una maggiore qualità e l’inserimento consistente di prodotti a “km zero”. Ritengo che sul nostro territorio vi possano essere diversi produttori in grado di soddisfare questa richiesta”, ha aggiunto la candidata che rileva come “vada data una risposta” sulla qualità dei cibi e dei pasti offerti alle famiglie.
Quanto alla raccolta differenziata “occorre quindi affrontare subito gli aspetti legati alla raccolta modificando gli orari soprattutto per l’organico e l’indifferenziato, implementando e potenziando i punti di raccolta e riorganizzando l’accesso dei mezzi dentro le mura- ha prosguito-. Per l’indifferenziato occorre pensare, ove presenti, a cassonetti più adeguati in quanto quelli attuali sono complessi e con volumi estremamente ridotti. È vero che questa componente dei rifiuti deve essere diminuita ma perlomeno in questa fase la soluzione scelta non è adeguata alle necessità dei cittadini. È opportuno anche avviare uno studio per verificare la fattibilità della realizzazione di punti (in alcune aree della città) per la raccolta sotterranea dei rifiuti. Ovviamente la problematica della gestione dei rifiuti è più complessa ma occorre iniziare ad affrontarla e questi sono i primi punti.
Infine il forno crematorio “è opportuno affrontare in maniera decisa il problema del suo spostamento, possibilmente fuori dall’area cimiteriale, per evitare definitivamente questi problemi. Nel frattempo occorre potenziare immediatamente il monitoraggio costante delle emissioni da parte di Arpat.continua la candidata-. Un monitoraggio che poco tempo fa ha portato alla chiusura del forno per circa un mese. Un monitoraggio costante su più fattori ed elementi anche se dovesse essere troppo costoso per Arpat, il comune lo deve esigere perché con la salute dei cittadini non si può scherzare, anche a costo di intervenire direttamente con risorse del comune se fosse necessario”.