Condividere i nuovi sviluppi della simulazione medica nell’Emergenza-urgenza, questo il focus della conferenza dipartimentale tenutasi oggi all’auditorium dell’ospedale Misericordia di Grosseto. Professionisti del Dipartimento di Emergenza-Urgenza della Asl Toscana sud est, diretto dal dottor Mauro Breggia, da Grosseto, Arezzo e Siena si sono riuniti per un aggiornamento e un confronto sul tema della formazione attraverso la tecnica della simulazione, declinato nei vari ambiti di intervento, per esempio, quello specifico ai pronto soccorso, all’Emergenza territoriale o anche alla Terapia intensiva.
“A livello regionale è attiva la Rete Toscana per la Simulazione, di cui fa parte anche il dipartimento di Emergenza urgenza della Sud est, – dichiara Breggia. – Questo dà conto di come la simulazione sia ormai parte integrante ed elemento di nuovo impulso della formazione, strumento utile per tracciare scenari futuri in modo sempre più accurato e realistico. L’attività di formazione ci consente di apprendere conoscenze da tradurre poi in comportamenti e in questo la simulazione rappresenta un passo enorme in avanti, anche grazie alle nuove tecnologie, che alza gli standard della qualità formativa e quindi della preparazione dei professionisti sanitari. Un aspetto importante della simulazione è legato ai casi di atti offensivi e/o di violenza nei confronti degli operatori, purtroppo sempre più di frequenti: attraverso la simulazione il personale impara le tecniche di comunicazione e di gestione delle emozioni per ‘disinnescare’ il momento di forte tensione con il paziente o il familiare, evitando di entrare e alimentare il conflitto e scongiurando così l’epilogo peggiore. Ringrazio tutti i colleghi dell’Emergenza che si impegnano con abnegazione ogni giorno in situazioni per lo più critiche e nell’occasione il dottor Marcello Montomoli, responsabile della Formazione del Dipartimento Emergenza-urgenza, che ha organizzato questa giornata costruttiva”.
“La simulazione è una metodica molto importante per l’addestramento dei team sanitari nella gestione delle varie situazioni cliniche di emergenza, in particolare quelle più complesse e quelle che più raramente si incontrano durante la pratica usuale, ad esempio, il politrauma o il parto precipitoso in ambulanza, – riferisce Montomoli. – Simulare consente di migliorare l’azione dei professionisti e la sicurezza delle cure erogate. Anche i cittadini possono beneficiare molto della simulazione, in particolare nell’ambito delle campagne di formazione al primo soccorso in caso di infortuni o malori, fino alla rianimazione e all’uso del defibrillatore per l’arresto cardiaco. Durante la Conferenza sono emerse nuove prospettive: la dottoressa Nicoletta Martini e il dottor Riccardo Bolognini hanno evidenziato l’importanza della Simulazione relazionale che traccia un nuovo percorso per la buona relazione terapeutica e la buona comunicazione tra operatori, pazienti e familiari; il dottor Paolo Pisanelli ha dimostrato come la simulazione possa valutare le potenziali ricadute delle innovazioni organizzative sul miglioramento dell’assistenza; uno spazio specifico, infine, è stato dedicato alla simulazione nelle emergenze pediatriche con il dottor Luca Bertacca che ha presentato le applicazioni condotte dal Dipartimento Materno-Infantile, diretto dal dottor Flavio Civitelli, anche in questo delicatissimo ambito”.
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