Non si placano le polemiche relative alle affermazioni del prossimo rettore dell’Università per stranieri di Siena, Tommaso Montanari, sull’argomento delle foibe.
“Non si può nascondere che alcune battaglie revisioniste siano state vinte, grazie alla debolezza politica e culturale dei vertici della Repubblica. La legge del 2004 che istituisce la Giornata del Ricordo (delle Foibe) a ridosso e in evidente opposizione a quella della Memoria (della Shoah) rappresenta il più clamoroso successo di questa falsificazione storica”, queste le sue parole su Il Fatto Quotidiano che hanno generato una bufera.
“Chiediamo al presidente del Consiglio Draghi e al ministro dell’Università Messa, di revocare la nomina del Montanari dall’importante incarico universitario”.. Lo chiedono Emanuele Merlino, presidente Comitato 10 Febbraio e Carla Cace, presidente Associazione nazionale Dalmata. I due attaccano: “Le dichiarazioni del neo rettore dell’Università per stranieri di Siena, relativamente al giorno del Ricordo hanno il sapore amaro del revisionismo della peggiore specie. Invece di riflettere sulla strage perpetrata nelle foibe e sull’esodo di 350 mila italiani costretti a fuggire da terre di cultura secolare italiana, nel 2021 dobbiamo leggere dichiarazioni di questo tenore, ancora più gravi perché provengono da un docente universitario – – dichiarano Merlino e Cace –. Ricordiamo a Montanari che gettare persone ancora vive in una foiba, a guerra in corso ma anche a conflitto ampiamente terminato, non fu “giustizia” ma, per citare il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “una persecuzione contro gli italiani, mascherata talvolta da rappresaglia per le angherie fasciste, ma che si risolse in vera e propria pulizia etnica, che colpì in modo feroce e generalizzato una popolazione inerme e incolpevole”.
Per Merlino e Cace le affermazioni dello storico d’arte sono “l’ennesima dimostrazione che un mondo politico-culturale che si rifà, fuori tempo massimo, al comunismo totalitario con una chiara volontà di cancellazione della storia”.
Maurizio Acerbo, segretario nazionale e Lia Valentini, segretaria della federazione di Siena del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea hanno invece espresso solidarietà a Montanari. “Le richieste di dimissioni che arrivano da esponenti politici e dai quotidiani della destra nei confronti di un rettore antifascista dimostrano che lo sdoganamento dei fascisti ha fatto molti danni e consente a questi lugubri personaggi di alzare la voce contro chi difende i valori della Costituzione – si legge-. Viene rimproverata a Montanari la critica al Giorno del Ricordo come veicolo di una narrazione storica revisionista sul conflitto orientale e sulla Resistenza. Ai neofascisti che chiedono le dimissioni del rettore facciamo presente che autorevolissimi storici, da Angelo Del Boca a Enzo Collotti, hanno espresso nel corso degli anni un medesimo giudizio”.
Il comunicato prosegue: “Purtroppo è stato proprio il centrosinistra a favorire il revisionismo storico e la riabilitazione dei fascisti come dimostra proprio la legge criticata da Montanari, ma anche la recente nomina di Andrea De Pasquale, estimatore del neofascista Pino Rauti, al vertice dell’Archivio di Stato da parte del ministro Franceschini, duramente contestata anche dall’associazione delle vittime delle stragi.Dimostrando grande sensibilità democratica il rettore Montanari si è dimesso dal Consiglio Superiore dei Beni Culturali per esprimere il proprio dissenso rispetto alla decisione di Franceschini, che probabilmente confida nel voto della destra nella corsa per il Quirinale”.