Il carcere di Santo Spirito ancora una volta capofila in un progetto bandito e finanziato dalla Regione e approvato dal comune di Siena.
Un progetto voluto con ostinazione da una delle due educatrici e approvato dalla direzione della casa di reclusione. A Santo spirito da sempre l’obiettivo primario è il reinserimento basta pensare ai tanti corsi portati avanti nel tempo e il progetto “ un’occasione per ripartire” è solo l’ultima fatica. Siamo arrivati a metà del percorso che sta impegnando nove detenuti, tutti giovani, ed era necessario tirare un primo e non definitivo bilancio della parte relativa alla formazione di muratori.
Così nella sala polivalente della casa cirondariale oltre alle educatrici sono arrivati il garante per i detenuti, avvocato Cecilia Collini, l’orientatrice del corso, Giada Ridoni, il formatore, Francesco Scialdone e il responsabile della sede territoriale di Chiusi per Toscana formazione srl, Simone Tiezzi. Gli ospiti davanti ai detenuti hanno tracciato quanto fin qui fatto e le concrete possibilità lavorative che i nove detenuti avranno una volta scontata la pena. Ciascuno di loro ha un pregresso diverso, storie ed esperienze differenti ma oggi si ritrovano tutti insieme e formano una squadra ben affiatata che sta lavorando per riportare agli antichi splendori le pareti interne che proteggono l’orto e il giardino risistemato tempo fa dagli studenti dell’istituto agrario di Siena.
“Sono contenta per la partenza del corso _ ha detto il garante _ . Spero che ci siano altre iniziative di questo genere. Voi state facendo un lavoro che ha una valenza assoluta. Il tempo che state qui non è solo il tempo della pena”. In effetti i nove partecipanti escono dalle loro celle per sei ore al giorno e sotto lo sguardo attento del formatore e della polizia penitenziaria portano avanti un lavoro che sta dando già i primi risultati. “ Mi hanno detto che siete molto motivati” sottolinea una delle due educatrici di Santo Spirito e il gruppo annuisce all’unisono. Giuseppe, Ibu, Joussef, Antonio, Florian, Giuseppe, Adel, Montasser (all’incontro uno non era presente) si guardano in faccia e spronati dalle domande del garante e degli altri tranquillamente rispondono e alla fine si prendono in giro come accade in gruppi affiatati. Una volta terminato l’incontro tutti di nuovo al lavoro. Ciascuno di loro ha i propri attrezzi e incarichi ben definiti che non possono essere scambiati con gli altri.
Alla fine di questo percorso i partecipanti saranno supportati nella ricerca di un’occupazione. La parte idraulica partirà a breve e già ci sono numerose “domande”. Il pesante portone si chiude dietro di noi e ripensando ai partecipanti e alla loro voglia di andare avanti viene in mente quanto detto da Roosvelt: “Ogni volta ti viene chiesto se puoi fare un lavoro, rispondi: certo che posso. Poi datti da fare e scopri come farlo”.
Cecilia Marzotti
L'ingresso alle fonti di Pescaia, in via Martiri Caserma la Marmora, l'uscita pedonale in via…
Le strutture dell'Università di Siena saranno chiuse durante le feste di Natale dal 2 al…
È Siena la prima tappa nel viaggio attraverso l'Italia di “Calciomercato - L’Originale”, storico e…
All’interno della produzione letteraria di Massimiliano Bellavista “Immagini in una pagina bianca” si sottrae a…
Non ci saranno assunzioni di docenti all'Università di Siena nel 2025. Per l'ateneo è una…
Riceviamo e pubblichiamo la lettera di Francesco Conte, titolare di Skile', che replica a quanto…