Approderà in consiglio regionale il caso nato dalla lettera che il sindacato di polizia Fsp Toscana ha inviato al presidente della Regione Eugenio Giani. Due gli atti presentati che interrogano Governatore: uno è a firma di Stefano Scaramelli e Maurizio Sguanci, Italia Viva, l’altro a nome di Francesco Torselli, FdI
Qualche giorno fa l’organizzazione aveva sottolineato che “i lavoratori del comparto sicurezza e forze armate non godono di “copertura” assicurativa Inail e, pertanto, sono tenuti a partecipare, tramite il pagamento del ticket, alle spese sostenute dal servizio sanitario per gli infortuni riportati nell’ambito del servizio”. Fsp aveva sottolineato “il paradosso che un poliziotto o un carabiniere che nell’impedire una rapina o un furto riporti lesioni che richiedono cure mediche, debba pagare il ticket del Pronto Soccorso nonché di contribuire a tutte le ulteriori prestazioni legate all’infortunio subito”. Fsp ha inoltre ricordato un provvedimento preso dalla Regione nel 2017 , la delibera 460, che stabiliva “che non sono soggette al pagamento delle quote di partecipazione al costo l’accesso e tutte le prestazioni di Pronto soccorso, compreso l’eventuale contributo di digitalizzazione, classificate con codice bianco o azzurro, erogate a seguito di infortunio sul lavoro subito da soggetti appartenenti alle forze di polizia, arma dei carabinieri, forze armate e vigili del fuoco”. Fsp però ha rilevato che, dal 2018, “le Asl non abbiano più avuto disposizioni in merito a quanto stabilito dalla delibera suddetta”.
Italia Viva ha presentato un’interrogazione chiedendo se l’amministrazione regionale ha registrato disapplicazioni della delibera tali per cui soggetti appartenenti alle forze di polizia, arma dei carabinieri, forze armate e vigili del fuoco “hanno dovuto pagare la quota d’accesso e la compartecipazione alla spesa sanitaria a seguito di un infortunio sul lavoro”. Inoltre, se esistessero inadempienze rispetto a quanto previsto dalla delibera, “che cosa intende fare la giunta regionale affinché venga garantita e assicurata copertura e cogenza di quanto disciplinato” sul territorio regionale. “L’atto di Giunta del 2017 superava la disparità esistente a favore di donne e uomini in divisa che lavorano ogni giorno al servizio della collettività ma ancora – commenta Scaramelli – quella Delibera non viene attuata in maniera omogenea su tutto il territorio regionale. Serve che quanto previsto sia applicato fattivamente da tutte le Aziende sanitarie e vengano effettuati controlli sull’omogeneità dell’applicazione su tutto il territorio regionale”.
Torselli, consigliere di FdI, invece chiede al presidente Giani se fosse “a conoscenza della questione ed in caso affermativo quali misure abbiano disposto per verificare quanto segnalato” ed ancora con quale atto le Asl “abbiano adottato la D.G.R 460/2017 e se intenda aprire un’indagine interna per verificare i casi di eventuale inadempienza” , “se saranno stabilite le modalità con cui i soggetti interessati potranno fare richiesta di rimborso alle aziende sanitarie regionali, qualora fosse accertata la mancata attuazione delle disposizioni regionali” ed infine “se non ritenga opportuno convocare le rappresentanze sindacali delle forze dell’ordine per condividere in maniera puntuale i problemi e le disparità di trattamento da loro riscontrate”
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