Toscana

Green pass, Alvalenti torna all’attacco: “Prelude un razzismo a norma di legge”

“Vi giuro che anche se io stesso fossi vaccinato avrei annullato lo spettacolo ugualmente e avrei rifiutato il bollo verde. E’ proprio quella regola che non mi va giù“.

Dopo aver annullato il suo spettacolo a Monticiano per esprimere il suo contrasto al green pass, scelta che ha generato polemiche, Alvalenti torna a parlare sui suoi canali social. L’artista attacca nuovamente il certificato verde: “è un tentativo che prelude ad una forma di razzismo interno alla società civile, un razzismo a norma di legge con l’aggravante che ci mette gli uni contro gli altri, distraendoci dal poter discernere il vero nemico sociale, ovvero chi scrive queste regole antiumane con la scusa di un’emergenza sanitaria”, si legge .

Per Alvalenti quello del green pass è “un tentativo, però, più che sufficiente a violare la norma europea. Infatti, secondo il Regolamento nr. 953, va evitata ogni discriminazione non solo diretta, ma anche “indiretta” delle persone che non sono (e che non vogliono essere) vaccinate per libera scelta. Quindi – rivendica- non ho infranto nessuna regola, ma anzi mi sento in linea con la suddetta regola europea che dice che non si devono discriminare coloro che hanno scelto di non essere vaccinati”.

La chiosa è un commento alle reazioni scatenate dal suo gesto: “stima, ammirazione, amore e vicinanza ma anche, com’è giusto che sia, disapprovazione e rammarico -ammette-.Molti non li ho capiti. Erano pensieri che non c’entravano nulla, frasi fatte dalla tv, concetti incoerenti e inconsistenti e addirittura offensivi e carichi di odio gratuito e di giudizio. Perché? Non cadiamo nella trappola della contrapposizione, vi prego, ci vogliono dividere. Io ho solo espresso un mio pensiero e preso una decisione lecita, mettendoci la faccia e rimettendoci economicamente, in nome di un senso di giustizia a mio avviso eticamente più alto. Tutto qui – conclude-. Non c’è bisogno di odiarsi.Restiamo umani!!!”

“Era mio desiderio salire sul palcoscenico per tutti, non solo per una parte del pubblico fornita di green pass ed escludendo l’altra a meno che non fosse disposta a pagarsi un tampone quale prezzo di ingresso, creando così un’imbarazzante ( almeno per me, come uomo e artista) e inammissibile divaricazione tra chi poteva permetterselo e chi no. Il tutto a causa di un maldestro tentativo di imporre, sia pure per via subdola e indiretta (e quindi sommamente ipocrita), un obbligo vaccinale”, si legge.

marco crimi

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marco crimi

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