Era cresciuto a Siena Elia Putzolu, il foreign fighter 28enne che combatteva al fianco delle milizie filorusse in Ucraina e che è stato ucciso durante un combattimento nella regione del Donetsk. Elia era nato a Roma da padre sardo e madre milanese ma, per varie vicissitudini che avevano portato alla separazione dei genitori, era cresciuto a Siena con la madre e il nuovo compagno, senese e contradaiolo.
Nella nostra città aveva frequentato le scuole elementari alla Saffi, poi le medie e aveva anche frequentato la contrada del Bruco, insieme all’uomo che gli ha fatto da padre per diversi anni. C’erano stati gli anni del calcio giovanile nelle file di Meroni e Uopini, poi la voglia di volare via e cercare opportunità di crescita e di lavoro. Per questo, prima del 2018, era arrivato in Russia.
Amante delle arti marziali, Elia aveva continuato a praticarle anche a Tangrog, nei dintorni della città russa di Rostov ed è per questo che aveva ricevuto la proposta di arruolarsi come foreign fighter. Il ragazzo aveva accettato, per avere un lavoro e non certo perché si sarebbe aspettato lo scoppio della guerra. Carichi di amarezza per una guerra assurda “sulla quale il mondo ha una visione parziale e distorta” i suoi ultimi messaggi inviati al “babbo” che lo ha cresciuto a Siena e col quale ha sempre mantenuto rapporti ottimi. E che lo descrive come “un ragazzo buono e tranquillo”.
Putzolu è il terzo italiano ucciso nella guerra in Ucraina, dopo Edy Ongaro e Benjamin Giorgio Galli.