“A prescindere dagli eventi attuali, è comunque un errore vedere imprenditori che gestiscono di fatto ruoli politici nell’amministrazione. E questo è facile da capire, perché, anche se questo non sarà il caso, “la tentazione fa l’uomo ladro” e non sempre è vero che “pecunia non olet””. Così anche il gruppo di minoranza di Sena Civitas commenta quanto sta accadendo a Siena nell’ambito dell’inchiesta Hidden Partner.
“Come non ricordare l’arrivo di quegli stessi investitori esteri in pompa magna, presentato quasi come una grande operazione strategica, frutto di capacità relazionali importanti, destinata a mutare, se non il corso della storia collettiva almeno la vita di alcuni senesi”, questa la loro prima analisi. “Sul ciclone giudiziario, si tende a far passare l’idea che nulla sia legato a questioni morali o politiche, ma si tratti solo di un semplice caso di compravendita di alcuni negozi e attività commerciali, fatta con modalità che hanno sollecitato l’interesse della giustizia, sia a pure a livello internazionale”, osservano i membri del gruppo. Per loro la realtà è diversa:”All’epoca ci era sembrato che si volesse far intendere qualcosa di più della semplice compravendita di qualche negozio e marchio. Basterebbe andare a rivedere le immagini di qualche inaugurazione – affermano-. Certo comunque dobbiamo convenire che non erano queste le sorti attese. Qualcuno dovrà difendersi nelle aule di tribunale; le attività coinvolte avranno una gestione più vicina a una procedura fallimentare che a magnifiche prospettive di crescita” Poi si chiedono: “Che fine faranno quei negozi, i loro dipendenti con l’impresa decapitata, senza imprenditori?”.
“Ma, a nostro avviso, il tema vero è una mentalità che fa legare le sorti della città non a scelte di progetto delle Istituzioni alle quali sottostanno imprenditori danarosi, ma l’inverso – concludono-. E se sono gli imprenditori facoltosi, che legittimamente fanno affari, a decide ciò che sarà di Siena, occorrono filtri e distanziamento dalle Istituzioni”.