Mi piacerebbe non riuscire a capire come mai il Governo italiano insiste ancora con i bonus, strumento che ha dimostrato di non funzionare. Ma purtroppo lo capisco benissimo e non mi sorprendo di vederne spuntare un altro – il bonus per le terme – già condannato ad avere lo stesso insuccesso registrato dai precedenti.
Poi, come sempre si dice in queste occasioni – e da parte mia con assoluta sincerità – spero di sbagliarmi e che questo provvedimento serva ad aiutare il settore termale italiano, in crisi ormai da qualche decennio. Ma le premesse non mi sembrano affatto buone: si continua a pensare che questi piccoli contributi (nel caso 200 euro per ogni cittadino italiano maggiorenne) siano graditi e portino risultati in termini di consenso elettorale da parte dei beneficiari. I quali dovrebbero trovare attrattivo poter avere un buono sconto per recarsi – magari per la prima volta o dopo tanti anni – in uno degli stabilimenti termali che avranno aderito all’iniziativa (la lista sarà pubblicata fra pochi giorni) e godersi così il piccolo regalo da parte del Governo Draghi e del ministro dello sviluppo economico, che nel caso specifico è il brillante Giancarlo Giorgetti (Lega).
Ho già scritto altre volte che il puro e semplice incentivo economico non è spesso sufficiente a determinare una scelta: se prendiamo la decisione di andare in un luogo, raramente avviene soltanto perché ci fanno lo sconto. Ci vuole un motivo ben più forte e – solo dopo – è senz’altro gradito ricevere uno sconto.
In più, se il Ministero dello sviluppo economico ha a disposizione davvero 53 milioni di euro per finanziare questo bonus (dubbio legittimo: non sono mancati in passato i casi in cui i soldi effettivi erano meno di quelli dichiarati), credo che il modo migliore di spenderli per il settore termale italiano, non sia distribuirli in bonus di piccolo taglio. Sarebbe stato molto più utile concentrare le risorse su pochi progetti, davvero capaci di rigenerare alcune località termali, e garantire così flussi di pubblico e creazione di posti di lavoro meno effimeri.
Ma per fare questo – ecco il dovere che i nostri politici non hanno più voglia di affrontare – sarebbe stato necessario fare delle scelte, dire sì a qualcuno e no a qualche altro, gestire le contestazioni di sindaci e galoppini elettorali esclusi dai finanziamenti, e magari finire per perdere elezioni locali.
Così invece, solo complimenti per il signor ministro (a parte questo articolo, si intende) che distribuisce soldi a tutti i cittadini – senza neanche distinzione di fasce di reddito: i 200 euro possono essere utilizzati dal milionario e dal disoccupato – e fa finta di aiutare le tante, bellissime località termali che abbiamo in Italia.
Roberto Guiggiani