Dal 1992 al 2022 le vigne da cui si ottiene il Brunello di Montalcino hanno registrato un incremento del valore del 1962%. Lo dimostrano i numeri di un’analisi condotta da Wine News e presentata al Benvenuto Brunello.
Nel 1992 un ettaro di terreno vitato di Brunello di Montalcino valeva poco l’equivalente in lire di poco più di 36mila euro, oggi il prezzo è pari a 750mila euro, un numero 20 volte superiore. Stando alle stime 2020 del Consorzio, il “vigneto Brunello” vale oggi circa 2 miliardi di euro complessivi, e continua ad attrarre investimenti. “Il concetto di qualità – ha detto il presidente del Consorzio del vino Brunello di Montalcino, Fabrizio Bindocci – oggi non si limita al solo vino ma abbraccia una sfera più ampia. A un aumento della qualità del Brunello corrisponde in maniera direttamente proporzionale un incremento del benessere socioeconomico della comunità sul territorio”.
Durante questi 30 anni glorioso il capoluogo ilcinese ha potuto godere anche di un effetto Brunello a livello sociale ed economico: dal 1992 a Montalcino sono arrivate professionalità da 70 paesi diversi. Non solo, Montalcino rappresenta anche un esempio virtuoso per quanto riguarda l’occupazione, soprattutto giovanile. “Quasi la metà delle oltre 1500 imprese sono oggi a stampo agroalimentare, di cui 300 legate direttamente all’agricoltura, e si è assistito negli ultimi 30 anni anche al decuplicarsi degli esercizi nel campo della ristorazione e dell’hospitality. Forte della bellezza del territorio e il sodalizio con le altre “Eccellenze di Montalcino” (tartufo bianco, olio, miele, zafferano, formaggio, prugne, pasta e farro)-spiega una nota-, il borgo medievale è stato infatti precursore anche nel campo del turismo enogastronomico. Ogni anno accoglie oltre 1 milione di enoturisti e “big spender” (con quasi 200mila presenze e più di 75mila arrivi prima del covid, secondo le elaborazioni su base statistica della Regione Toscana), in 7 casi su 10 stranieri e provenienti da più di 60 Paesi”.
Sul fronte del prodotto “attualmente sono 14 milioni le bottiglie immesse nel mercato (di cui 9 milioni di Brunello di Montalcino e 4 milioni di Rosso di Montalcino). A produrle sono 218 aziende (erano 147 nel 1992) su oltre 4300 ettari di vigneti coltivati essenzialmente a Sangiovese (di cui 3150 iscritti a Doc e Docg, e quasi il 50% a coltivazione biologica)-continua il testo. Le esportazioni, che nel 1993 erano il 45% delle vendite, rappresentano oggi il 70% del business, che raggiunge ogni anno più di 90 Paesi in tutto il mondo, con Stati Uniti, Canada, Germania e Regno Unito in testa. Interessante anche il dato sulla resa dello sfuso, che ha registrato un incremento del +300% nelle ultime tre decadi. Infine, le giacenze in cantina con gli stock conservati in botte nei caveau delle cantine che secondo l’analisi valgono già 400 milioni di euro e addirittura 1,2 miliardi una volta che il Brunello sarà imbottigliato e pronto alla vendita”.