Terminare di cucinare il cibo senza dover tenere accesi i fornelli e combattere il caro gas attraverso un metodo che appartiene allo scorso secolo: quello della cassetta di cottura. A San Casciano dei Bagni la cooperativa “Filo & Fibra” ha riscoperto questo metodo di cucina che apparteneva ai nostri nonni.
Quale è il funzionamento della cassetta? Viene sfruttato il calore accumulato durante la prima fase di cottura tramite la collocazione della pentola in un contenitore realizzato in legno o feltro e riempito con materiali in grado di mantenere calore: la cassetta di cottura, appunto. Ma il progetto di “Filo & Fibra” non si ferma qui e si coniuga con un’iniziativa di economia circolare “che prevede la sostituzione della paglia con il vello derivante dalla tosatura delle pecore del territorio, considerata un sottoprodotto, con i conseguenti problemi di smaltimento”, spiega una nota.
“La lana è un materiale isolante per eccellenza e conserva il calore a lungo, però non lo conduce per questo serve portare la pietanza a temperatura prima di inserirla nella cassetta di cottura, dove terminerà il suo processo”, osservano Sara Selmi e Gloria Lucchesi di Filo&Fibra.
Ne guadagna il gusto grazie alla mancata dispersione di vapore, ne guadagna l’economia domestica grazie al risparmio in termini energetici, ne beneficia l’ambiente perché si dà una destinazione al vello che altrimenti dovrebbe essere smaltito. Elementi in linea con i valori di Slow Food: “Guardare al passato non è un’operazione di nostalgia ma in questo momento, dove riflettiamo sulla rigenerazione delle risorse e sul risparmio energetico, questo metodo di cucina tradizionale può essere una prima buona pratica per la sostenibilità ambientale ed economica delle famiglie e non solo “, ha commentato Gianrico Fabbri di Slow Food Toscana.
“Oltre che in legno, proveniente dalle zone limitrofe, le cassette possono essere anche “gnude”, cioè rivestite in feltro o cotone, e prevedono lo stesso semplice procedimento: Il principio alla base risiede nell’inerzia termica della lana: la pentola trattiene il calore e consente una cottura lenta e costante. Quindi, dopo aver avviato la cottura sui fornelli-prosegue il testo del comunicato-, basta coprire la casseruola con il coperchio e avvolgerla in un panno prima di inserirla nella cassetta. Poi si chiude e si aspetta. E’ adatta anche per conservare il freddo, ottima per le fermentazioni e la preparazione dello yogurt. La riprova è stata data direttamente al termine della presentazione con la degustazione di una “slow beans”, una zuppa di fagioli cucinata in cassetta di cottura dalla chef di Chiusi Tiziana Tacchi”.