Si è recentemente svolto un incontro in video-conferenza, presieduto dal sottosegretario del Mipaaf con delega al vino, Gian Marco Centinaio, per gli aiuti contro la crisi nel mondo vinicolo.
Secondo quanto riporta Coldiretti, le aziende vinicole hanno sofferto nel 2020 di un calo del 2,3% sulle vendite nei mercati esteri (dopo 15 anni di crescita ininterrotta), con 220 milioni di bottiglie rimaste invendute, a causa della chiusura del canale Horeca, che hanno comportato – dalla stima dell’Unione Italiana Vini- una perdita di ca. 1,5 miliardi di euro.
Una situazione per fronteggiare la quale, sia per eliminare le giacenze, sia per varie necessità, si assiste ad una tendenza al ribasso dei prezzi. Questo è il quadro nel quale si è svolto l’incontro, al fine di attuare delle strategie di sostegno al comparto vinicolo. Da un lato ci sono il mondo agricolo e le cooperative, le quali in controtendenza -secondo l’analisi di Nomisma Wine Monitor-, nell’anno del Covid hanno visto salire le esportazioni del 3% e il fatturato dell’1%. Dall’altro stanno le industrie vinicole e i loro rappresentanti come Federvini, Federdoc e Unione Italiana Vini. I primi farebbero pressione per attuare le misure relative alla distillazione per i vini Doc e Igt o relative allo stoccaggio privato per i vini di qualità, al fine di ridurre l’offerta sul mercato e quindi contenere il calo dei prezzi.
L’industria vinicola d’altro canto – come riporta Il Sole 24 ore –, punterebbe a ricevere i ristori. Sandro Boscaini presidente di Federvini ritiene che se c’è dell’invenduto sia giusto ricevere i ristori, ma che non si debba perdere di vista il fatto che si produce per vendere, e non per vedere distrutto il frutto del proprio lavoro. Altre misure oggetto dell’esame sono il rafforzamento del contributo a fondo perduto, l’esonero dal versamento dei contributi previdenziali e assistenziali, la sospensione dei pagamenti delle imposte e del versamento dell’Iva sui crediti commerciali incagliati.
Stefania Tacconi