La proroga – fino al 3 maggio 2022 – della mostra “La civiltà delle armi e le corti del Rinascimento” al Museo della Battaglia di Anghiari (Arezzo) arricchisce ancora di più il quadro delle piccole mostre che ci sono in Toscana in questo periodo invernale, particolarmente adatto a escursioni giornaliere o piccoli viaggi di prossimità.
Se ne parla poco, sicuramente non abbastanza, poiché sono spesso Palazzo Strozzi a Firenze e Palazzo Blu a Pisa, i due centri espositivi che dominano ormai da tanti anni la scena regionale – e relativa comunicazione – con mostre dedicate ad artisti famosi e che “staccano” decine di migliaia di biglietti. Invece, è giusto cogliere ogni occasione per parlare di tante altre iniziative culturali, di dimensioni più modeste, ma non prive di un loro fascino, anche per un pubblico più ampio.
Quella di Anghiari, ad esempio, racconta storia e vita dei cavalieri di un piccolo borgo legato alla signoria dei Montefeltro. Ed è una delle prime mostre che fanno parte del programma “Terre degli Uffizi”, con lo spostamento di opere significative dai magazzini della più visitata Galleria italiana a luoghi periferici della Toscana, ricchi di storia e di suggestione.
Fino all’8 maggio, anche Pistoia – che fu capitale della cultura italiana nel 2017 – ospita all’Antico Palazzo dei Vescovi ed al Museo Civico di Pistoia la mostra “Medioevo a Pistoia. Crocevia di artisti fra Romanico e Gotico”. Per la prima volta è stato ricostruito, con oltre sessanta opere, lo straordinario panorama delle arti nella città dal XII agli inizi del XV secolo, rivelando il ruolo di primo piano assunto nel campo delle arti figurative.
La città della Vespa, ovvero Pontedera, è anche una culla di arte contemporanea, sia per le tante opere che sono installate lungo le proprie strade, sia per la presenza del Palp (Palazzo Pretorio) che ospita una mostra su Andy Warhol, con 140 opere della star della pop-art, raccolte sotto il titolo “Icons”.
Lucca ha invece affidato a Vittorio Sgarbi gli spazi della Ex-Cavallerizza per ospitare (c’è tempo addirittura fino al prossimo ottobre) la mostra “I pittori della luce. Da Caravaggio a Paolini”, con accento speciale proprio sul lucchese Pietro Paolini, che fu uno dei protagonisti della nuova scuola naturalistica del 1600.
Infine, Villa Bardini a Firenze dedica a Galileo Chini una mostra dedicata alle sue opere più giovanili, con oltre 200 pezzi fra dipinti, disegni, illustrazioni e ceramiche, per spiegare al pubblico l’evoluzione di un artista, che sapeva dialogare costantemente con le diverse scuole europee. “Galileo Chini e il Simbolismo Europeo” può essere visitata fino al 25 aprile 2022.
Roberto Guiggiani