Alle 18, la Galleria Lombardi Arte presenta la mostra di Carlo Vigni intitolata Il lavoro dei luoghi: un percorso fotografico che indaga la dimensione del paesaggio attraverso l’architettura industriale.
Secondo una linea ricorrente della poetica dell’artista, il paesaggio è infatti interpretato come ambiente di vita lavorativa in cui le architetture industriali si incontrano, in modo più o meno traumatico o talvolta quasi in armonia, con la natura. Un lavoro, come sottolinea il titolo, che impegna i luoghi stessi, li invecchia, li trasforma alterandone l’identità.
Nucleo principale del progetto, che si compone di 26 scatti rigorosamente in bianco e nero, è un’indagine fotografica, iniziata nel 2014, nel sud-ovest della Sardegna, tra Sulcis-Iglesiente e Medio Campidano, incentrata sul paesaggio industriale sorto a cavallo fra Otto e Novecento in relazione all’alto livello di sfruttamento della zona da parte dell’industria mineraria multinazionale. Un viaggio nella stratificazione di archeologie industriali di epoche diverse indissolubilmente legate allo straordinario paesaggio naturale sardo.
Accanto agli scenari sardi, compaiono alcune ‘incursioni’ tratte dalle serie senesi dell’artista: l’ex Idit di Isola d’Arbia (si ricorda a questo proposito la mostra L’industria della polvere al Santa Maria della Scala nel 2021), nota a tutti come la “Torre dei pomodori”; la ex Manifattura Tabacchi di Monteroni d’Arbia; e ancora il termovalorizzatore di Sienambiente a Poggibonsi.
La mostra si articola in due momenti con opere e sedi differenti: al primo appuntamento alla Galleria Lombardi Arte di Siena seguirà una seconda mostra, che si svolgerà tra settembre 2023 e gennaio 2024, al Museo del Paesaggio di Castelnuovo Berardenga, in cui verrà presentato anche un nuovo lavoro site specific dedicato al territorio.
“Le opere in mostra” – spiega Elisa Bruttini, curatrice – “intendono accompagnare l’osservatore lungo alcune suggestioni, estetiche ed emotive, amplificate dalle rudi pareti della galleria. Le fotografie di Vigni, prepotentemente evocative, si lasciano contemplare nel silenzio delle fabbriche dismesse, in cui la presenza umana si percepisce più forte che se fosse effettivamente visibile, e ci interrogano sul concetto di paesaggio naturale e antropizzato, sul valore del tempo e dell’oblio, sul rapporto tra funzione, ormai perduta, e forma, ora sublimata”.
“L’intenso rapporto che in questi anni mi ha legato alla terra sarda è alla base di questa ricerca fotografica. – spiega l’autore Carlo Vigni – Terra che mi ha offerto sfide e impreviste scoperte, anche grazie alla grande generosità delle persone che mi hanno aiutato in questo lavoro, come Mauro Scanu, Michele Pili e Massimiliano Manis dell’Associazione Mineraria Sarda. E’ stato affascinante seguire le tracce lasciate da secoli di storia e di sforzi umani che si perdono in una natura stupefacente che senza tregua lavora per cancellarle.”
“Con questa mostra” – afferma il gallerista, Stefano Fantini – “Lombardi Arte torna ad occuparsi di fotografia. Dopo i ritratti di Efrem Raimondi e le stampe vintage di Mario Giacomelli, ora si indaga il rapporto tra le architetture industriali e il paesaggio, con un focus sulla Sardegna. Un lavoro lento, fatto di riprese analogiche in bianco e nero con pellicola piana, scansionate e restituite con stampe fine art di medie dimensioni in tirature limitate di pochissime unità, che grazie alle collaborazioni messe in atto supera la durata effimera di questa esposizione per rappresentare in modo completo l’opera dell’artista”.
La mostra, a cura di Elisa Bruttini, è realizzata con il patrocinio di Fondazione di Sardegna e in collaborazione con Fondazione Musei Senesi, il Comune di Castelnuovo Berardenga e il Museo del Paesaggio, e col prezioso supporto di Jacopo Armini, Valentina Lusini e Annalisa Giovani.
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