“Non bisogna lavorare da soli per farsi vedere, è quando facciamo le cose insieme che si può ottenere risultati significativi”.
Cosi l’Arcivescovo di Siena e Cardinale S.E Augusto Paolo Lojudice lancia il suo monito a Siena e ai membri della Diocesi e lo fa ad un anno esatto, era il 15 marzo 2020, dalla consegna delle chiavi della città alla Madonna del Voto. Al problema dell’emergenza sanitaria si è aggiunto quello della crisi economica, generato dalle misure restrittive.
“La povertà è aumentata, la realtà è questa”, ammette l’Arcivescovo che poi ricorda i dati che sono usciti fuori dal Report della Caritas sulla crisi a Siena. La situazione è critica e per questo, qualche giorno fa, la stessa Caritas ha lanciato l’iniziativa della Quaresima di carità, per la raccolta di generi alimentari a favore delle persone che si trovano in difficoltà economiche. Per Lojudice però bisogna fare ancora: ” Dobbiamo continuare ad aiutarci pensando che ci sono tante risorse positive da mettere in rete. Anche dentro la Chiesa dobbiamo lavorare insieme uscendo da una logica individualista”.
Povertà e pandemia sono le parole maggiormente scandite nella riflessione del Cardinale. La pandemia e le restrizioni attuate per contenerla possono essere anche un’occasione per tirare fuori qualcosa dentro di noi.
Per spiegarne il motivo Lojudice ha ricordato un aneddoto di un suo incontro con i detenuti del carcere di Ranza, a San Gimignano. “Parlando con loro ho chiesto: ‘C’è qualcosa che vi ha cambiato in positivo durante la detenzione?’. Tutti subito mi hanno risposto con un ‘No’ secco. Dopo averli invitati a riflettere, in molti hanno percepito di essere riusciti ad ottenere qualcosa per loro: c’è chi si è diplomato e chi ha imparato un mestiere – afferma-. Questo è un insegnamento che deve valere anche per la nostra vita di ogni giorno. Nonostante i momenti duri e difficili possiamo comunque cambiare in meglio”.