Ci sono casi – come questo della Giornata dei Locali storici in programma sabato 7 ottobre – il cui messaggio prevale nettamente sull’evento.
Il programma prevede infatti delle visite guidate (su prenotazione) in alcuni dei 200 locali storici aderenti all’omonima associazione, per aderire alla quale sono necessarie essenzialmente tre condizioni: almeno 70 anni di esercizio, la conservazione di ambienti e arredi d’epoca, un’adeguata raccolta di cimeli, ricordi e documenti su personaggi famosi ed avvenimenti storici. Quello che la Giornata intende dunque valorizzare, in maniera permanente e non limitata ad un solo giorno, è questo straordinario patrimonio di storia. Ed i loro gestori, che sono capaci di mantenere ancora aperte le porte ai clienti di oggi.
Come si può leggere sul sito“dei circa 200 più antichi e prestigiosi pubblici esercizi del nostro Paese che fanno parte dell’Associazione, circa un terzo sono alberghi, un terzo tra ristoranti e antiche trattorie, un terzo tra caffè, confetterie-pasticcerie, grapperie sparsi su tutto il territorio. Tra questi figurano anche i Soci corrispondenti, locali storici ubicati all’estero, di grande prestigio e di tradizione italiana, per fondazione, per gestione o per ceppo linguistico”.
Per l’occasione, coloro che in Toscana aderiscono alla Giornata nazionale dei Locali storici sono il Grand Hotel Minerva e l’Hotel Bernini Palace a Firenze, il Royal Victoria Hotel ed il ristorante Poldino a Pisa, il Caffè Fiaschetteria Italiana 1888 a Montalcino ed il Caffè Poliziano a Montepulciano.
Andare a leggersi le schede di presentazione di questi locali apre davvero scenari affascinanti e ricchi di suggestioni. Il Caffè Fiaschetteria Italiana di Montalcino, per esempio, fu aperto da Ferruccio Biondi Santi, grandissimo produttore del Brunello e conserva ancor oggi l’originale aspetto in stile Liberty. L’Hotel Bernini Palace fu l’hotel frequentato da deputati e senatori nella breve parentesi – dal 1865 al 1871 – in cui Firenze fu la capitale d’Italia. Il Royal Victoria di Pisa porta avanti una storia che – in forma molto diversa da quella attuale – sembra risalire addirittura ad una locanda del 1050. Quello che è certo è che da oltre trecento anni è la stessa famiglia Piegaja a curarne la gestione, curando la conservazione dell’aspetto originario.
Roberto Guiggiani