E’ durato per tutto il mese di Ottobre il fermo biologico della pesca per le marinerie toscane che contano 580 imbarcazioni registrate. Un settore importante per la nostra regione con un pescato di 7400 tonnelate ed un fatturato di 50 milioni di euro. Finito il fermo pesca gli operatori della pesca professionale riprenderanno la via del mare con i loro pescherecci a Monte Argentario, Castiglion della Pescaia, Piombino, Livorno e Viareggio.
In Italia più di 2 pesci su 3 consumati nei territori interessati dal blocco biologico vengono dall’estero. Per effettuare acquisti di qualità al giusto prezzo il consiglio di Coldiretti Impresa pesca è dunque di verificare sul bancone l’etichetta, che per legge deve prevedere l’area di pesca (Gsa). Le provenienze sono quelle dalle Gsa 9 (Mar Ligure e Tirreno), 10 (Tirreno centro meridionale), 11 (mari di Sardegna), 16 (coste meridionali della Sicilia), 17 (Adriatico settentrionale), 18 (Adriatico meridionale), 19 (Jonio occidentale), oltre che dalle attigue 7 (Golfo del Leon), 8 (Corsica) e 15 (Malta). Ma ci si può anche rivolgere alle esperienze di filiera corta per la vendita diretta del pescato che Coldiretti Impresa pesca ha avviato presso la rete di Campagna Amica.
“Uno dei problemi del settore – sottolinea Fabrizio Filippi, presidente Coldiretti Toscana – è la concorrenza sleale del prodotto proveniente dall’estero e spacciato per italiano soprattutto nella ristorazione ma anche a causa dell’eccessiva burocrazia, oltre che all’introduzione di regole eccessivamente penalizzanti per le imprese ittiche. Coldiretti Impresa Pesca più volte negli anni ha chiesto una radicale modifica del fermo pesca quale strumento di gestione – continua Filippi – che non risponde più da tempo alle esigenze della sostenibilità delle principali specie target della pesca nazionale. L’auspicio – conclude – è che dal 2019 si possa mettere in campo un nuovo sistema che tenga realmente conto delle esigenze di riproduzione delle specie e delle esigenze economiche delle marinerie”.
“Quello della pesca è un settore importante anche per la Toscana, secondo gli ultimi dati di Info camere in leggera ripresa – commenta Antonio De Concilio, direttore regionale Coldiretti – che alimenta un giro d’affari che coinvolge un indotto significativo che ruota intorno ai tre mercati principali che sono quelli di Monte Argentario, Livorno e Viareggio. Coldiretti Impresapesca – continua De Concilio – è impegnata per garantire la trasparenza dell’informazione ai consumatori dal mare alla tavola anche con progetti che riguardano la ristorazione, dove si sta diffondendo la “carta del pesce” per distinguere il prodotto made in Italy mentre enormi passi in avanti sono stati fatti sull’etichettatura nei banchi di vendita, a difesa di consumatori ed imprese della pesca dei nostri territori”.
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