Nuova vita per il Santa Teresa dopo l’intesa trovata tra l’Arcidiocesi e Artea. La società francese ha manifestato il suo interesse per comprare la struttura ed i mobili pertinenziali per un prezzo di due milioni e 300mila euro.
Così, di fronte al cardinale Lojudice e al rappresentante di Artea Nathan Dubois Stora, è stato siglato il compromesso. Artea, fa sapere il portavoce dell’Arcivescovo, si impegna a recuperare e ristrutturare la struttura i cui spazi saranno destinati al coworking, al settore turistico-ricettivo con una precisa destinazione direzionale e congressuale (sarà compresa anche l’attività di somministrazione alimenti e di bevande ndr.). “Questo permetterà di recuperare questo importante complesso architettonico restituendolo alla città di Siena”, spiega il portavoce in un comunicato.
L’accordo tra Artea e Arcidiocesi trova il consenso anche di Luigi De Mossi. Proprio i due membri del cda dell’Istituto per la gioventù Santa Teresa designati da palazzo pubblico hanno “partecipato attivamente” alla trattativa
L’Arcidiocesi adesso “si impegna formalmente a reinvestire la somma ottenuta dalla vendita del complesso del Santa Teresa per attività legate alla formazione e all’accompagnamento dei giovani a Siena a partire dai settori: sport, cultura e ludico-ricreativi”, si conclude così la nota.
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