Si è conclusa con grande successo la 54° edizione del salone internazionale del vino e dei distillati, con la partecipazione di 4.400 aziende provenienti da 19 nazioni, e un programma di oltre 30 convegni e 76 super-degustazioni. Alla fiera hanno preso parte ben 700 top buyer di vino italiano provenienti da 50 Paesi esteri
. Al convegno inaugurale dal titolo “Vinitaly Restart”, cui hanno presenziato il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Stefano Patuanelli, il presidente di Veronafiere Maurizio Danese, il presidente della Regione del Veneto Luca Zaia, il sindaco di Verona Federico Sboarina, il presidente di ICE Carlo Ferro, il presidente della Provincia di Verona Manuel Scalzotto e il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani, sono stati presentati da Carlo Flamini, responsabile dall’Osservatorio Uiv-Vinitaly, i risultati della ricerca “The way to North America”, destinata a presente e futuro del mercato del vino italiano negli Stati Uniti e in Canada.
Dallo studio è emerso che a causa di un’inflazione galoppante anche negli Stati Uniti (+7,9%, al livello più alto da 40 anni), il vino italiano rischia di fermare la propria corsa nel primo mercato al mondo. Ad aumentare le preoccupazioni, anche il fatto che i giovani consumatori della Generazione Z e dei Millennials negli Usa si stanno orientando verso bevande sostitutive, come le bevande pronte al consumo (“ready to drink” a base di vodka o rhum), i cocktails, i vini di basso grado alcolico o le bevande frizzanti lievemente alcoliche e aromatizzate. Stabile rimane la birra. I vini più apprezzati sul mercato del Nord America sono il Prosecco, il Chianti e il Chianti Classico.
Questa edizione ha segnato il debutto del 4 colore del vino, con una masterclass e una degustazione dedicata agli Orange wine, con 38 produttori provenienti da 7 nazioni: Slovenia, Italia, Austria, Georgia, Serbia, Croazia e Grecia. Grande successo ha riscosso anche la nuova area dedicata ai Coktail e all’arte della miscelazione, che ha registrato il tutto esaurito nelle varie sessioni. Il vino miscelato con altri ingredienti è la nuova tendenza ed è sempre maggiormente richiesto, per creare bevande meno alcoliche e di facile bevibilità.
Non sono mancate presentazioni di nuovi cocktail come il Negroni con il Vermouth o il Red splash – a base di Tequila, vino rosso, limone, lime e agave –, di vino aromatizzato alla frutta (come l’Asti al pompelmo rosa) all’esordio qui a Vinitaly. Infine, al Vinitaly c’è stato spazio anche per la solidarietà. Veronafiere ha destinato tutto il ricavato delle 76 super-degustazioni e masterclass a pagamento alle iniziative della Caritas a sostegno delle popolazioni colpite dalla guerra in Ucraina.
La cifra, stimata in 80mila euro, sarà interamente devoluta in favore dell’accoglienza dei profughi. Durante la fiera si è tenuta anche l’asta benefica dei Consorzi Toscani “Vini per la pace”, organizzata dal Consorzio del vino Brunello di Montalcino in collaborazione con il Consorzio del vino Chianti Classico DOCG e il Consorzio di tutela vini Bolgheri e Bolgheri Sassicaia DOC. Trenta lotti di vini d’annata, offerti dai produttori soci dei consorzi, sono stati battuti all’asta dall’Ad Sotheby’s Italia, Filippo Lotti. Il ricavato sarà destinato ad alcune strutture di accoglienza per i profughi ucraini gestite dalla Caritas Diocesana di SienaColle Val d’Elsa-Montalcino.
Stefania Tacconi
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