Mantiene il segno “+”il saldo di iscrizioni e cessazioni di imprese nei primi tre mesi del 2021 alla Camera di Commercio. Si sono registrate 455 nuove aperture (11 in meno rispetto al 2020) e 439 chiusure (176 in meno rispetto al 2020). La Camera registra quindi un saldo positivo di 16 imprese.
“Il confronto con il primo trimestre dello scorso anno, toccato solo in parte dall’emergenza Covid mostra una timida ripresa nella lunga serie (ormai decennale) di segni negativi”, a dirlo è la Vicepresidente vicaria Anna Lapini . Un miglioramento che non è dovuto “ad una ritrovata vivacità imprenditoriale (le iscrizioni sono diminuite del 2,4% ndr.)quanto ad un netto calo delle cessazioni (-28,6% ndr.)”, osserva Lapini. “Le chiusure, in particolare, registrano il valore di gran lunga più basso nella serie dei primi trimestri degli ultimi dieci anni- continua-. E’ ragionevole presupporre, in considerazione della gravità della crisi che sta ancora condizionando la demografia imprenditoriale, l’esistenza di una “platea nascosta” di imprese che in altre circostanze avrebbero sicuramente già interrotto l’attività”.
I numeri – A fine marzo 2021, si legge nella nota della Camera, il numero complessivo di sedi d’impresa nel territorio è 27977, dato in flessione dello 0,6% rispetto al 2020. Critici i numeri dell’occupazione: lavorano nelle imprese senesi 113740 persone, meno 5200 unità in valore assoluto e meno 4,4% in termini relativi. Diminuiscono dello 0,9% le aziende agricole. Le attività manifatturiere fanno registrare un calo dell’1,2%. Sono caratterizzate dal segno meno anche le specializzazioni del manifatturiero: le imprese produttrici di prodotti in metallo sono 367, 2,1% in meno rispetto al marzo del 2020. Le imprese alimentari sono 253(-0,4%), quelle della lavorazione dei minerali non metalliferi diminuiscono dell’ 1,3% a 236 unità, quelle dei prodotti in legno accusano una flessione dell’1,8%. Nel terziario i settori più colpiti sono il commercio (-1,5%), particolarmente quello al dettaglio (-1,9%) ed i trasporti (-0,9%). Non particolarmente elevata la flessione numerica delle imprese dei servizi di alloggio (-0,6%) e di quelli di ristorazione (-0,6%) che possono essere considerati i settori più colpiti dalle conseguenze della pandemia.
“Probabilmente un quadro più esaustivo e preciso di quanto la crisi abbia inciso sul tessuto economico senese lo potremmo avere a partire dai dati di metà anno”, sottolinea il segretario generale dell’Ente Marco Randellini. “Al momento, il sistema economico provinciale sta dando prova di una notevole capacità di resistenza, ma è pur vero che l’economia nazionale è in qualche modo “anestetizzata” dalle misure straordinarie di sostegno messe in campo e che potrebbero trovare una parziale prosecuzione nella futura fase di operatività del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR)”, conclude