Semplicemente, è “il più grande operativo di sempre” sull’aeroporto di Pisa: 500 voli a settimana, con un totale 54 destinazioni. Firmato: Ryanair.
La compagnia aerea irlandese, che non perde occasione per sottolineare di essere la n. 1 in Italia per numero di passeggeri, ha deciso di puntare forte sul tavolo da gioco in questo ancora incerto 2022, con un piano operativo – appunto – che prevede ben 90 voli a settimana in più rispetto al periodo pre-pandemia. E dimostrando così di credere in due cose: l’invasione dell’Ucraina (che speriamo si concluda il prima possibile) non fermerà la ripresa dei voli aerei in Europa; in tanti abbiamo una grande voglia di tornare a volare con la frequenza alla quale si erano abituati.
Il segnale è forte e non può essere certamente trascurato da quanti lavorano nel turismo e che vogliono tornare a contare sui flussi di passeggeri in arrivo all’aeroporto di Pisa, storicamente la “porta della Toscana” per chi viaggia in aereo. Aeroporto dove volano anche tante altre compagnie aeree, non meno desiderose di vendere i loro biglietti. E senza trascurare poi tutti coloro che arrivano sull’aeroporto di Firenze. A regime, si sta parlando di circa 7 milioni di passeggeri fra arrivi e partenze.
Va da sé che Jason McGuinness, direttore commerciale di Ryanair, ha subito chiesto al governo italiano di eliminare “l’addizionale comunale anti-competitiva, per accelerare il traffico italiano, il turismo e la ripresa dell’occupazione”. Ma, almeno per questa volta, la consolidata abitudine di battere cassa, appare meno fastidiosa, poiché una decisione del genere vuole davvero essere il modello della “profezia che si auto-avvera”, cioè di un’azione dettata dalla buona volontà (e dalla speranza) che riesce a stimolare – se non addirittura a generare autonomamente – un risultato finale positivo.
Ma il sistema di accoglienza turistica della Toscana – le singole destinazioni che compongono una delle più amate mete a livello mondiale – è pronto ad accogliere questo flusso di persone? Perché a vendere i biglietti ci pensano le compagnie aeree, ma a dare motivazioni di viaggio verso tutte le località servite dagli aeroporti toscani dobbiamo pensarci noi, così come dobbiamo essere noi ad organizzare livelli di qualità di accoglienza che lascino sensazioni positive in coloro che arrivano da paesi stranieri, così come da altre regioni italiane.
Gli strumenti a disposizione per tessere una rete di accoglienza non mancano: tre siti internet regionali (www.visittuscany.com, www.toscanaovunquebella.it, www.vetrinatoscana.it), i vari siti internet dei 28 ambiti turistici regionali, gli uffici di informazione ed accoglienza turistica sparsi sul territorio. Ma è sui contenuti commerciali che si gioca la ripresa per gli operatori turistici dell’intera filiera, che stanno resistendo con grande tenacia ad una durissima crisi, e che devono saper conciliare innovazione di prodotto, qualità dell’accoglienza e conti in ordine.
Roberto Guiggiani