Toscana

La Camera approva l’autonomia differenziata. Verzichelli: “La legge è ora ordinaria, ma nel pratico può cambiare qualcosa tra 24 mesi”

Con 170 voti favorevoli la Camera ha approvato il disegno di legge che riforma l’autonomia differenziata. La riforma prevede la possibilità di riconoscere livelli diversi di autonomia alle diverse regioni italiane a statuto ordinario e speciale e alla Province Autonome di Trento e Bolzano. Sono 23 i temi che tocca l’autonomia differenziata e tra questi emergono i settori della salute, dell’istruzione, dello sport, dell’ambiente, dell’energia, dei trasporti, della cultura e del commercio estero. Ma cosa cambia, dunque, per il nostro paese e nello specifico per il territorio toscano?

“Ovviamente è avvenuto un cambiamento, perché adesso abbiamo una legge ordinaria – commenta Luca Verzichelli, professore di scienza politica dell’università di Siena -. Dunque il tema del federalismo, riformulato in regionalismo differenziato, è stato ufficializzato, ma dal punto di vista pratico della vita pubblica ci sono ancora ventiquattro mesi, perché ci sono ancora diverse procedure da innescare. È vero però, che in questi mesi ci sono stati molti argomenti dibattuti, tra cui la sanità e l’istruzione. Con un’ulteriore differenziazione, i territori più ricchi avranno oggettivamente più autunomia nelle scelte e di conseguenza più vantaggi”.

L’argomento, è stato oggetto di grande dibattito, tra la maggioranza che ha ritenuto il ddl Calderoli un salto in alto per l’Italia e l’opposizione (tra cui anche il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani) che, invece, ha reputato il decreto di legge un fattore per incrementare la pivertà e la disuguaglianza tra territori.

“La Toscana ha una grande opportunità – spiega Verzichelli -, perché comunque dispone di varie risorse rispetto ad altre regioni. Se il Governo dovesse ammettere però dei livelli molto differenziati, le regioni che hanno più della Toscana, saranno sempre più avanti, dal punto di vista sanitario, dal punto di vista istruttivo e anche in molti altri ambiti. Per quest’ultimo motivo, allora, il presidente Giani potrebbe avere ragione. Dunque, adesso, occorre attendere e capire bene tra ventiquattro mesi cosa veramente può cambiare nella vita di noi cittadini e cercare eventualmente delle soluzioni”.

Pietro Federici

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