Toscana

La cerca del tartufo è patrimonio Unesco e Montalcino festeggia un bis

La ‘Cerca e della cavatura del tartufo in Italia: conoscenze e pratiche tradizionali’ è stata ufficialmente iscritta nella lista del patrimonio culturale immateriale dell’Unesco. Un’antichissima tradizione, fatta di conoscenza e di pratiche tramandate da secoli, che caratterizza la vita rurale dei tartufai nei nostri territori è stata così riconosciuta a livello mondiale.

L’arte della ricerca del tartufo, come sottolinea Coldiretti,  coinvolge in Italia una rete nazionale composta da 73600 tartufai, riuniti in 45 gruppi associati nella Federazione nazionale associazioni tartufai italiani, da singoli tartufai non riuniti in associazioni per un totale di  44600 unità e da altre 12 associazioni di tartufai che insieme all’Associazione nazionale città del tartufo  coinvolgono  20000 liberi cercatori e cavatori.

La notizia non poteva essere che commentata da Silvio Franceschelli, sindaco di Montalcino, il Comune del tartufo di San Giovanni d’Asso. Montalcino inoltre può festeggiare il suo bis: è il secondo riconoscimento Unesco dopo quello dato al paesaggio della Valdorcia nel 2004.“La ‘cerca e cavatura del tartufo in Italia’ è finalmente patrimonio immateriale dell’umanità Unesco. Un primo traguardo, ma che vuole rappresentare un punto di partenza, nella valorizzazione di questo pregiato prodotto della natura-ha detto-. Un obiettivo raggiunto grazie al percorso sinergico intavolato dall’Associazione nazionale città di tartufo che proprio a San Giovanni d’Asso, nel comune di Montalcino, ha la sua sede e che vede salire a due i riconoscimenti dopo quello ottenuto nel 2004 come Val d’Orcia. Pur essendo un prodotto della terra spontaneo, l’iscrizione vuole rappresentare la valorizzazione della tradizione culturale che si tramanda di generazione in generazione”.

Per il vice sindaco e assessore alle attività produttive Angelo Braconi “l’Unesco riconosce e tutela le tradizioni, le memorie e le pratiche che coinvolgono le persone, dall’addestramento dei cani, alle tecniche di ricerca, dalla conservazione all’utilizzo in cucina. Al presidente dell’associazione Michele Boscagli i più vivi complimenti per il risultato ottenuto”.

marco crimi

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