Lasciando da parte le reazioni emotive (e le stucchevoli strumentalizzazioni politiche), la vicenda del gruppo di persone con disabilità che non ha avuto la possibilità di prendere il treno a Genova, nonostante avesse prenotato i posti, riporta l’attenzione sul tema del turismo accessibile.
E sul fatto che la capacità di dare servizi accessibili a chiunque abbia una disabilità, permanente o temporanea, significa semplicemente alzare la qualità della propria capacità di accoglienza nei confronti di tutti.
Nel caso specifico, ad esempio, se il gruppo ha trovato i posti in treno occupati da altre persone, anche esse in possesso di regolare biglietto, l’elemento fondamentale sta nel fatto che la prenotazione effettuata a Trenitalia non ha aveva nessun valore. Altrimenti, pur di fronte ad una emergenza dovuta all’utilizzo di un treno più piccolo di quello originariamente previsto (e vandalizzato ad una stazione precedente), la carrozza in cui erano stati prenotati i 30 posti, non avrebbe dovuto comunque essere occupata da nessuno.
E dunque il disservizio – a dimostrazione di quello che ho scritto sopra – va a colpire tutti i viaggiatori, con disabilità o meno, che si sentono fiduciosi per aver effettuato una prenotazione, che invece non garantisce la disponibilità del posto. Ed è dunque palesemente inutile.
Lo stesso criterio andrebbe applicato – ad ampio raggio – per ogni altro strumento di accoglienza: un video con sottotitoli è un servizio migliore anche per chi non ha disabilità uditive; un percorso tattile è un’esperienza interessante e formativa anche per chi ha dieci decimi di vista in entrambi gli occhi; una app con funzioni per persone chi non è in grado di parlare aiuta ad abbattere barriere di comunicazione per tutti.
Perché la realtà è proprio questa: mentre molte cose sono state fatte per le persone con disabilità motorie – grazie anche a leggi e finanziamenti sull’abbattimento delle barriere architettoniche – siamo ancora indietro sul superamento delle barriere di carattere sensoriale e cognitivo. Ed è un caso come quello avvenuto alla stazione ferroviaria di Genova dovrebbe essere utile, esaurita appunto la fase del clamore sui mezzi di comunicazione, per passare ad una fase più operativa e lavorare proprio per qualificare certi servizi turistici (e non solo) e renderli accessibili a tutti.
In questo senso, anche se con meno rilevanza di comunicazione, ogni giorno arriva qualche buona notizia, come quella del Comune di Siena che ha acquistato (in collaborazione con il Comune di Acquapendente e con il Gruppo Trekking Senese) due carrozzine Joëlette per permettere di fare trekking a persone con disabilità motorie e le ha messe a disposizione di tutti i comuni del progetto Strade di Siena.
Roberto Guiggiani
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