La ‘grande Siena’ e la mobilità

Nella periodo della “Grande Siena” dove tutti rincorrono a pretendere la paternità del’idea, vorrei porre l’attenzione su una questione fondamentale non tanto perché Siena diventi grande ma che soprattutto sopravviva. Lo faccio intervenendo sul bando della mobilità vinto dai francesi di Ratp a scapito di Mobit al cui interno vi è Tiemme e Train.
La notizia, passata in secondo piano sui media locali ma che ha avuto un grande risalto a livello regionale, non è di per sé né buona né cattiva per diverse ragioni. Può essere salutata a braccia aperte da chi vede nella mobilità pubblica di Tiemme, Busitalia(gruppo ferrovie dello stato) ecc l’ennesimo carrozzone mangiasoldi e poltronificio della politica, ed è difficile in alcuni casi non dargli ragione, e chi invece si interroga se un privato potrà garantire quei servizi “antieconomici” che seppur con evidenti lacune il servizio pubblico garantiva.
Siena o per meglio dire la “grande Siena” ha delle caratteristiche territoriali che la fanno rientrare nella categoria dell’antieconomicità per i servizi di mobilità; territorio collinare, boschivo, bassa densità di popolazione, strade in pessime condizioni e 0 km di autostrada.
Viene da chiedersi come un gruppo multinazionale come Ratp possa investire o almeno garantire una tratta come Siena- Abbadia San Salvatore solo per fare un esempio.
C’è anche da dire che Siena stava già pagando la grossa influenza di Ferrovie dello Stato (maggiore azionista di Mobit) che ha sempre preferito investire più sull’aretino che sul Senese,la stazione di Siena non ha nessuna tratta rilevante e il caso di Chiusi già vittima di continui tagli e ora tagliata fuori anche dall’alta velocità ne è una riprova.
Letta in maniera prettamente economica la vittoria di Ratp potrebbe essere anche un enorme toccasana per le casse vuote del nostro Comune, infatti solo il valore immobiliare di Train si aggira sui 10 milioni di euro (il comune ha il 37,36%) e un eventuale vendita andrebbe ad alleggerire la situazione finanziaria comunale.
Questo però non deve far dimenticare che la sopravvivenza della nostra città e dei paesi limitrofi è basato soprattutto sull’interscambio tra tutte le città e paesi limitrofi, una visione “Sienacentrica” potrebbe risultare altamente sconveniente soprattutto per i giovani che non potranno più “godere” di una sorta di autarchia senese dovuta ad un “babbo” che non c’è più. È quindi imprescindibile che tutti i Sindaci della cosiddetta Grande Siena, ma direi del sud della Toscana, comincino a far quadrato su questa vicenda, cominciando a chiedere, e pretendere a gran voce, il mantenimento e il miglioramento dei servizi di mobilità esistenti sul territorio.
La posta in gioco è veramente troppo alta perché con le divisioni campanilistiche, si perda questa occasione di collaborazione delegando e soccombendo per l’ennesima volta alle decisioni fiorentine.
Per ora con queste infantili battaglie tra comuni e soprattutto di lotte intestine al PD, c’hanno rimesso le famiglie di Monteriggioni con il caso della mensa a 120 euro.
La “Grande Siena” infatti non sembra proprio partire con il piede giusto, dimostrazione che non è necessario fondere i comuni ma attivare delle reti di collaborazione e di convenzioni in tutti i campi, questo dovrebbe essere l’obbiettivo, non la fine delle autonomie locali.
Con questo spirito ho depositato un’interrogazione, firmata anche da molti altri consiglieri comunali dell’opposizione, perché il Sindaco si impegni ad informarsi sul bando della mobilità e che in questo sia garantito il livello occupazionale e dei servizi.

Ernesto Campanini (Sinistra per Siena, Rc, SsM)