L’Italia piange la scomparsa di Carla Fracci. La Regina della danza è morta oggi, giovedì 27 maggio all’età di 84 anni.
Cominciò a danzare all’età di 10 alla scuola del Teatro della Scala di Milano. Si diplomò nel 1954 e divenne prima ballerina nel 1957. La sua notorietà artistica è dovuta alle interpretazioni di ruoli romantici come quello di Giulietta, Swanilda, Francesca da Rimini e Giselle.
Lungo e fruttuoso il rapporto tra la ballerina ed il nostro territorio. Su Siena uno dei punti di riferimento di Fracci era stata la professoressa Anastasia Sardo, fondatrice e direttrice di Centro studio danza, che aveva più volte invitato la Signora della danza italiana nella nostra città. “Conosce molto bene Siena e la apprezza molto. Conosce la Chigiana, conosce il lavoro che abbiamo fatto noi del Centro studio danza. Viene spesso a Siena e usa bellissime parole per descriverla”, così Sardo parlava di Carla Fracci qualche anno fa.
Nel nostro Teatro dei Rinnovati, nel 2017, Carla Fracci aveva diretto le prove del famoso passo a due di Giselle che aveva, come protagonisti, due giovani danzatori del Balletto di Siena. Fracci, in quell’anno, era stata l’ospite, madrina ed assoluta protagonista del Gala di Danza, uno spettacolo che andava in scena dentro il teatro dei Rinnovati e che chiudeva dieci giorni di corsi, workshop e incontri sulla danza. Nel 2015 invece Carla Fracci aveva presentato, nella magnifica cornice dell’Abbazia di San Galgano, il libro Passo dopo passo. La mia storia, intima autobiografia nella quale l’étolie ha rivissuto le tappe più importanti della sua carriera, dall’ingresso nella Scuola del Teatro alla Scala di Milano fino ad arrivare ai trionfi sui palcoscenici più importanti del mondo.
“Una grandissima, inarrivabile artista, ma anche una donna di straordinaria ricchezza umana e culturale. La sua scomparsa è una grande perdita per tutto il nostro Paese”. Il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, esprime così il suo cordoglio per la morte di Carla Fracci. “Ricordo – prosegue – il suo legame speciale con Firenze e con la Toscana, qui aveva casa, e la sua esperienza come assessore provinciale alla cultura, una testimonianza concreta – conclude il presidente – di un altro fondamentale aspetto della sua figura: il forte impegno civile e sociale”.