“Il processo del dialogo con l’Islam, iniziato con il Concilio Vaticano II e avanzato al punto di avere un unico documento firmato ad Abu Dabhi, è irreversibile”. Lo dice l’Arcivescovo di Siena, il Cardinale Augusto Paolo Lojudice che, il prossimo martedì, visiterà la moschea di Colle Val d’Elsa.
Ad accoglierlo, considerate le misure di restrizioni, ci sarà una piccola rappresentanza con a capo l’imam Izzedin Elzir. Presente anche il diacono Renato Rossi incaricato per l’ecumenismo ed il dialogo interreligioso dell’Arcidiocesi. Nel giardino della moschea sarà piantato un olivo “simbolo di pace, fecondità e benessere”, spiega una nota che aggiunge: “La visita dell’Arcivescovo si colloca in continuità con quanto fatto in diocesi negli ultimi decenni e certamente darà ulteriore slancio alle relazioni fra cattolici e musulmani sul territorio”. Lojudice continua: “siamo chiamati tutti al dialogo con l’Ebraismo e con l’Islam per comprendere le radici comuni e le differenze delle nostre identità religiose, e contribuire così più efficacemente all’edificazione di una società che apprezza la diversità e favorisce il rispetto, la fratellanza e la convivenza pacifica. Dobbiamo far prevalere nelle nostre comunità lo stile dell’accoglienza dell’altro e di chi è diverso da noi perché appartiene a una tradizione religiosa e culturale diversa dalla nostra. In questo modo potremo dimostrare come le religioni possano essere vie di fratellanza, anziché muri di separazione”.
La vista di martedì prossimo – sottolinea Renato Rossi – fa parte di un percorso intrapreso dalla Chiesa di Siena da decenni basato sul confronto, collaborazione e rispetto reciproco. Penso agli incontri nella Sala della preghiera in Piazza Bartolomeo Scala, in centro a Colle bassa, quando era imam Feras Jabareen; le conversazioni negli ambienti della Piscina con l’avviarsi del dibattito, direi anche abbastanza vivace, circa il progetto di costruire la moschea, quando un’ondata “laicista” attraversava l’occidente affermando che le Religioni erano motivo di violenza, c’era appena stato l’11 settembre; l’inaugurazione della moschea il 25 ottobre 2013 con la presenza dell’arcivescovo Antonio Buoncristiani-continua-; la marcia della pace dalla moschea al duomo di Colle alta, dopo l’attentato di Parigi, sempre con la presenza dell’arcivescovo a testimoniare che le Religioni possono essere solo operatrici di Pace”.
“Per i musulmani, uno dei novantanove nomi di Dio è “as-Salām – la Pace“ e per i cristiani Gesù è “il Principe della Pace”. Lo abbiamo visto – conclude Rossi – anche in questo tempo di pandemia per come i fedeli delle varie Religioni si sono prodigati nel sollevare tante miserie in tutto il mondo, ricevendo il riconoscimento dell’Organizzazione mondiale della Sanità e dell’ONU. Significativo il servizio del compianto imam Abdel Qader che con la gentile signora è stato presente a molte iniziative promosse in diocesi”
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