Organizzavano matrimoni combinati per acquisire il permesso di soggiorno, un’organizzazione messa in piedi da un gruppo di nordafricani e sudamericani. In tutto hanno organizzato 24 matrimoni combinati tra il 2014 ed il 2019, portandosi dietro anche il sospetto della guardia di finanza. Il meccanismo era molto semplice: l’uomo o la donna pagavano una cospicua ricompensa a persone italiane per sposarsi, così da prendere il permesso di soggiorno. Così, la guardia di finanza del comando di Livorno, in questi due giorni, ha applicato 5 misure cautelari e 55 perquisizioni tra Livorno, Siena, Padova, Torino e La Spezia.
Ad aver attirato il sospetto degli enti preposti è stato il caso di uno sposo italiano che, dopo il il matrimonio, aveva voluto intraprendere la via del divorzio. Rivolgendo al domenicano il nome della sposa con la quale si era sposato, ma quest’ultimo non ricordava il nome. Per eseguire il matrimonio ed ottenere il silenzio dei complici, venivano erogate ingenti somme di denaro che si aggiravano tra i 6mila e gli 8mila euro a matrimonio, arrivando ad un volume di affari di circa 150/200mila euro. A finire nel registro degli indagati sono stati anche i celebranti che, ignari e incolpevolmente coinvolti, si prestavano a questi tipi di raggiri. Le operazioni sono partite dal Gip di Livorno arrivando ad applicare 5 misure cautelari e 55 perquisizioni, andando anche fuori provincia in particolare, nel senese nel comune di Poggibonsi e le altre sparse tra La Spezia, Torino e Padova. Città in cui i novelli sposi avevano trasferito il proprio domicilio.
Niccolò Bacarelli
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