Sulla mensa scolastica “Siena è disposta a riconsiderare la posizione assunta se i Comuni limitrofi, a cui i non residenti appartengono, si rendono disponibili ad un confronto che tenga conto di alcuni ed importanti aspetti come il rispetto dei criteri di capienza massima per ogni singolo plesso; e della reale necessità, intendendo per essa indici di natura economica e necessità lavorative, in modo da stabilire un criterio di accesso omogeneo che garantisca maggiormente soggetti con indici di necessità più alti cui applicare le stesse normative dei residenti senesi”.
Lo si legge in una lettera che l’assessore all’istruzione Paolo Benini ha scritto al presidente della provincia David Bussagli per portare avanti la sua proposta volta a raggiungere un accordo quadro con tutti i Comuni coinvolti sulla questione mensa per gli alunni che frequentano scuole fuori dalla loro residenza.
“Il comune di Siena ha aumentato le tariffe delle mense nelle scuole del Comune in quanto nelle stesse concorrono altre voci legate, per esempio, a utenze e aspetti manutentivi”, ha ribadito Benini ricordando inoltre che con il Comune di Asciano “Siena ha stabilito un accordo per cui lo stesso Comune partecipa alle spese dei ragazzi di Siena che frequentano le scuole di Asciano”.
Si fa presente, inoltre, che “con approssimazione i non residenti che usufruiscono del servizio mensa, sono circa 500 su un totale di quasi 3.000. E che di questi, più o meno 200 confluiscono in soli 2 plessi. Una distribuzione eccessivamente disomogenea”.
Ancora dell’applicazione di un “modello Asciano”, o anche altro, che veda i Comuni limitrofi rifondere il Comune di Siena fino alla copertura della tariffa pro capite stabilita, tenuto conto anche dei minori costi che tali Comuni sostengono per il minor numero di studenti nelle loro scuole. Ed infine di una valutazione della possibilità che la mensa sia un servizio e non un obbligo, consentendo quindi la facoltà di portare il pranzo da casa con le specifiche indicazioni previste dal Miur”.