Dodici centri di infettivologia della Toscana , tra cui anche le Uoc Malattie infettive e tropicali delle Scotte, dove verranno somministrati 1080 anticorpi monoclonali che arriveranno entro marzo.
Nell’attesa che arrivino le 100mila dosi del Mad Lab di Toscana Life Sciences, prodotti con il contributo di Menarini, la Regione si muove con quelle che, a detta del presidente Eugenio , sono “le medicine contro il covid”. Partono quindi le somministrazioni dei farmaci monoclonali. Il piano è stato presentato dal presidente della Regione, Eugenio Giani, e dall’assessore regionale alla Sanità , Simone Bezzini
Attualmente i centri individuati sono quelli delle aziende ospedaliero universitarie di Careggi, Pisa e Siena e delle Asl: gli ospedali di Santa Maria Annunziata di Ponte a Niccheri, del San Giuseppe di Empoli e del San Jocopo di Pistoia per la Centro; il nuovo ospedale Apuane di Massa, gli ospedali Riuniti di Livorno, il San Luca della Piana di Lucca per la Nord Ovest; il San Donato di Arezzo e il Misericordia di Grosseto per la Asl Sud Est.
“Nel mondo ci sono 5-6 luoghi dove la ricerca sta procedendo” , prosegue Giani che poi aggiunge “gli anticorpi di Tls di Siena saranno pronti all’utilizzo da giugno”. Nell’attesa “vedendo che i farmaci ci sono di già e vedendo che funzionano, abbiamo contattato il ministero della Salute”, commenta Giani che poi dà l’annuncio: “Da Eli Lilly sono arrivati 250 farmaci monoclonali e ne arriveranno altri 830. Entro il 31 marzo avremo 1080 anticorpi da somministrare”. La distribuzione avverrà in dodici centri di infettivologia in Toscana, (la campagna sarà avviata ‘formalmente’ al Cisanello di Pisa). “Loro svolgeranno il loro lavoro in rete con le Usca ed i medici di base. Attraverso la collaborazione giornaliera di queste realtà si individueranno le persone idonee ad un’efficace cura e nelle prossime settimane vedremo i risultati -afferma il Governatore -. I farmaci verranno somministrati a persone contagiate ma con un livello di malattia medio”.
Poche ma significative le parole dell’assessore alla salute Simone Bezzini: “Abbiamo un’arma in più contro il sars-cov2. L’anticorpo dovrebbe evitare la degenerazione del coronavirus che porta un peggioramento della malattia”.
La maggior parte delle persone a cui sarà somministrato l’anticorpo si trova in isolamento domiciliare. Saranno, quindi, le squadre Usca (Unità speciali di continuità assistenziale) e i medici di medicina generale a intercettare i pazienti per il trattamento.Tramite apposita scheda di pre-arruolamento, predisposta dalla Regione Toscana sulla base delle indicazioni Aifa, i pazienti saranno preselezionati dalle Usca e dai medici di medicina generale e indirizzati ai centri specialistici più vicini per il trattamento.
Marco Crimi