Resta da sciogliere il nodo della Lega. Si potrebbero riassumere con un gioco di parole le ultime ore di lavoro del consiglio comunale sul documento unitario su Mps che sarà presentato domani, quando l’aula si radunerà per parlare unicamente della Banca.
Quello di domani sarà per la città un evento decisivo, la cui importanza è stata sottolineata dal sindaco de Mossi che aveva invitato a partecipare ai lavori tutti i rappresentanti delle istituzioni, fra cui il presidente della Regione Toscana, gli assessori regionali, i consiglieri regionali e i parlamentari di riferimento del territorio, il presidente della Provincia di Siena, il presidente della Fondazione Monte dei Paschi, l’Arcivescovo di Siena e i rappresentanti dei lavoratori. A un giorno di distanza dal terzo consiglio comunale straordinario su Mps però la tanto auspicata, e mai trovata, “posizione condivisa” dei gruppi politici appare più lontana.
L’atto, su cui stanno lavorando Alessandro Masi (Pd), Federico Minghi (Impegno Civico) e Maurizio Forzoni (FdI), sarebbe stato sottoscritto da tutti i capigruppo presenti in consesso, ma l’unica firma che mancherebbe sarebbe proprio quella del Carroccio. Gli esponenti locali del partito si sarebbero presi la giornata odierna per riflettere e fare le proprie valutazioni su un’adesione alla mozione firmata dagli altri gruppi, se presentare un documento proprio o se presentare degli emendamenti.
Intanto cominciano a trapelare i “rumors” su quello che sarà il testo finale della mozione su cui hanno lavorato Minghi, Forzoni e Masi. Il consiglio comunale dovrebbe impegnare Luigi de Mossi a rivolgere ancora un appello al premier Mario Draghi ed ai ministri Daniele Franco, Giancarlo Giorgetti e Andrea Orlando chiedendo loro di esplorare tutte le possibili soluzioni per un passaggio in Parlamento della discussione sull’operazione Mps e Uncredit. Se la mozione passasse De Mossi sarebbe impegnato a chiedere inoltre, sempre a Draghi e ai 4 ministri, di valutare l’ipotesi di rinviare la privatizzazione del Monte fin quando l’Istituto di Rocca Salimbeni e la comunità senese non saranno tutelate. In che modo la Banca e la città potrebbero essere tutelate? Nell’atto verrebbe chiesto di assicurare la salvaguardia dei diritti dei lavoratori, la continuità del marchio Mps, una soluzione per l’autonomia ed l’integrità della Banca e per l’indotto di attività ad essa collegate, la permanenza diretta dello Stato per accompagnare l’evoluzione di Mps.
Sull’argomento Mps hanno parlato anche le due associazioni Confronti e Pietra Serena in due comunicati. Pietra Serena ha ricordato di essere stata presente allo sciopero dei sindacati di venerdì, “come fummo presenti nel marzo 2012, in un corteo indubbiamente più imponente”, ha ammesso di essere delusa “nel verificare una presenza di dipendenti e cittadini che ci aspettavamo più ampia e “rumorosa”” e indignata “nel vedere sgomitare in Piazza Salimbeni, come nei media, per strumentali e discutibili motivazioni di consenso personale ed elettorale, anche figure che, a vario titolo, hanno avuto responsabilità nel disastro Banca e Fondazione Mps, e ora tentano di confondere i cittadini con dichiarazioni del tutto irrealistiche se non confusionarie”. Sul consiglio di domani Pietra Serena rileva che “verrà dato spazio anche ad Enti ed organizzazioni, o figure ad essi riferibili, in qualche modo attori di gravi errori fatti nel passato – si legge -, eccetto sicuramente l’Arcivescovo, e non saranno ascoltati i pochi che in questi anni hanno condotto battaglie civiche coraggiose e competenti per esporre i pericoli che questi errori ci avrebbero fatto correre, e che hanno portato anche a sentenze giudiziarie di enorme rilevanza ora forse utili per l’accertamento di verità e responsabilità, e quindi per evitare il completo annullamento del territorio sulle decisioni per il futuro di Banca Mps. Invitiamo quindi tutti ad una maggiore onestà intellettuale e a privilegiare la compattezza civica, anzichè inutili propagande e spot elettorali”.
Confronti invece ha affermato che: “I lavoratori Mps hanno chiesto di essere tutti tutelati. E questo è possibile solo se MPS rimane banca autonoma, quarto istituto del Paese, con la sua direzione generale a Siena a capo dell’attuale rete di sportelli. Altre soluzioni vanno contro le richieste dei lavoratori e la politica lo sa. Gli scenari prospettati in questi mesi vanno contro questa unica, giusta ipotesi. Possibile solo se lo Stato procrastinerà la sua presenza di controllo nell’azionariato. Tutto ciò è contro le richieste dei lavoratori. Più serietà, meno opportunismo. E dei consigli comunali pre-voto, meglio tacere”, recita la nota.
Marco Crimi
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