“Conseguire una congrua proroga” dalla commissione Ue “funzionale alla realizzazione dell’aumento di capitale e, nel medio periodo, alla realizzazione di altre iniziative di ristrutturazione e incremento dell’efficienza necessarie a riportare il Monte a livelli di redditività stabilmente più elevati che agevoleranno la successiva cessione della partecipazione”.
L’obiettivo del Mef per Mps lo ha detto direttamente Daniele Franco, durante l’audizione, che è ancora in corso, alle Commissioni riunite Finanze di Camera e Senato sui più recenti sviluppi della vicenda riguardante la Banca senese. “Siamo al lavoro con la commissione Ue per obiettivi che siano sufficientemente ambiziosi ma, nel contempo, realistici e sostenibili in particolare per quanto concerne la riconduzione del rapporto costi-ricavi a livelli competitivi”
Per Franco gli impegni da prendere con la Commissione devono essere “in linea con gli obiettivi fissati nel nuovo piano industriale che risultano, pertanto, funzionali al necessario aumento dell’efficienza della banca”, spiega.
Sempre sul piano industriale il titolare del Mef si aspetta che questo “fornisca rassicurazioni al mercato” e “la credibilità e la tempestività e la sua corretta esecuzione”. Per Franco “la prima sfida da affrontare sarà la realizzazione dell’aumento di capitale: quest’operazione richiederà un piano credibile e di elevata capacità di realizzazione così da attrarre e risorse e investitori privati.
Durante l’audizione sul dossier Mps il ministro ha inoltre dato un giudizio sulla nomina del nuovo ad Luigi Lovaglio: “un cambio di passo per accelerare il processo di ristrutturazione fin qui intrapreso per dare maggiore vigore a prospettive di risanamento e sviluppo”. Spazio poi all’argomento della guerra in Ucraina. “L’esposizione di Monte dei Paschi verso la Russia è piuttosto modesta. Questo non dovrebbe determinare problemi significativi”, prosegue.
Il mantenimento del controllo dello Stato senza limiti di tempo “non è uno scenario ipotizzabile, sono molto chiari gli obblighi giuridici derivanti dalla normativa europea che impediscono questa soluzione”, ha chiarito. ” Eventuali, favorevoli opportunità di dismissione, qualora si profilassero, potranno essere colte sin da subito. E’ tuttavia ragionevole attendersi che solo dopo la realizzazione dell’aumento di capitale e delle iniziative di ristrutturazione si creeranno le condizioni più favorevoli per procedere alla privatizzazione”
Capitolo ricapitalizzazione: “il piano industriale del 2021 stimava per l’aumento di capitale una cifra di 2,5 miliardi di euro. In questo momento questa resta l’ultima cifra, vedremo il nuovo piano quale sarà , ma al momento crediamo che 2,5 miliardi sia la cifra ancora adeguata”. Il ministro ha spiegato che il nuovo piano “riesaminerà la situazione alla luce di tutti gli sviluppi più recenti della nostra economia e del quadro internazionale”.