Per Mps scatta l’ora della verità, anche se, salvo colpi di scena, il futuro di Guido Bastianini appare segnato. A Rocca Salimbeni tra poco si votano i ‘conti’ del 2021, ma l’attenzione è tutta sull’ordine del giorno successivo: la presidente Patrizia Grieco proporrà al consiglio di ritirare le deleghe all’attuale amministratore delegato, in carica, come tutto il cda ampiamente rinnovato, dal maggio 2020.
Se Bastianini non avesse più alcun ruolo esecutivo potrebbe comunque restare all’interno del Cda a meno che non si dimetta volontariamente. Dopo di lui il consiglio dovrebbe cooptare Luigi Lovaglio, ex Credito Valtellinese ed ex veterano UniCredit.
Questo è il finale scritto dal Tesoro, che detiene oltre il 64% delle azioni della Banca, e che viene indicato come regista dell’intera manovra. I motivi di questa decisione però restano oscuri. Un silenzio su cui si interroga anche Forza Italia Siena : “ci chiediamo, se un supplemento di trasparenza non fosse stato opportuno sia per rispetto a chi nel Monte ci lavora e, forse, anche nei confronti del mercato”, scrive il partito in una nota. Gli azzurri inoltre chiamano in causa anche il segretario dem e parlamentare eletto nel seggio ‘senese’ della Camera Enrico Letta. “Troviamo stravagante o meglio surreale che su un tema così importante e strategico, come le sorti della governance del Monte, non si sia affatto sentita la voce di Enrico Letta, parlamentare del Pd, che proprio nel collegio senese è stato eletto di recente. E non risponda, il Pd, che lo ha fatto perché la politica deve stare fuori dalla Banca, perché una tale eventuale affermazione farebbe sorridere in molti”, continua il comunicato. Il testo prosegue: “Letta ha una posizione su ciò che sta accadendo? Come parlamentare del territorio, possibile che pur con tutto il marasma mediatico in corso non abbia sentito l’esigenza di pronunciarsi? Speriamo che non si debba ricorrere al detto ‘passata la festa, gabbato lo Santo’.
Sulle vicenda si è espresso oggi anche il Financial Times che ha sottolineato come il destino di Monte dei Paschi è diventato “un feroce campo di battaglia nella politica italiana, nel quale si scatenano lotte intestine nella coalizione di governo guidata dall’ex presidente della Bce Draghi”